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Aprilia, bancarotta per gestire la raccolta dei rifiuti: due arresti all’alba (FOTO E VIDEO)

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Avevano trovato il modo di evadere le imposte distruggendo i libri contabili e creando una nuova azienda, su cui riversare i guadagni. E intanto la prima società dichiarava il dissesto. Un modo per gestire i rifiuti pur non avendone più la possibilità con la prima azienda e creandone un’altra “pulita”. E’ successo ad Aprilia, dove il personale del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza ha scoperto un “vaso di Pandora”.

I finanzieri, sotto la direzione e il coordinamento della locale Procura della Repubblica, questa mattina hanno eseguito una misura cautelare personale disposta dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina nei confronti di due personeA finire in carcere sono stati un imprenditore, oltre che ex politico, di Anzio e un imprenditore di Nettuno.

I due sono sottoposti alle indagini per i delitti di bancarotta fraudolenta (documentale e patrimoniale), calunnia, occultamento o distruzione di libri contabili e sottrazione fraudolenta di beni al pagamento di imposte attraverso la pianificazione e l’attuazione di operazioni societarie strumentali al conseguimento di finalità illecite.

Le indagini: la cessione del ramo d’azienda

I finanzieri, nel corso delle loro indagini, si sono concentrati sulla cessione di un ramo d’azienda da parte di una società di capitali di Aprilia. Questa risultava in grave stato di dissesto. Le due persone indiziate avevano ceduto l’azienda a favore di una società neocostituita, entrambe operanti nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Dopo aver concluso le indagini, i finanzieri si sono resi conto che l’operazione societaria appariva priva di reali ragioni economiche. Anzi, al contrario, risulterebbe pianificata per nascondere il tentativo di trasferimento delle autorizzazioni utili alla gestione dei rifiuti di cui la società cedente, essendo in grave stato di insolvenza, era titolare.

Gli inadempimenti fiscali e previdenziali, uniti al depauperamento conseguente alle numerose cessioni fraudolente di beni aziendali, tali da rendere inefficace la riscossione coattiva nei confronti della società gravata da ingenti debiti tributari, ne hanno aggravato il dissesto, determinandone lo stato d’insolvenza.

Gli autori dell’operazione di cessione del ramo d’azienda sono stati individuati tra gli amministratori di fatto delle due società i quali, dopo aver nominato come amministratori soggetti di mera rappresentanza esterna in qualità di prestanome, hanno successivamente provveduto a sottrarre dal patrimonio della società titolare le autorizzazioni alla gestione dei rifiuti a favore della “newco” appositamente costituita, divenendo così soci occulti di quest’ultima.

Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza, sussistendo il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione dei reati, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dei due soggetti, misura cautelare seguita questa mattina dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Latina.

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