Una morte senza ancora un motivo, quella della piccola Martina. L’esame autoptico, infatti, non ha dato risposte. La bambina di 13 anni si era sentita male dopo aver mangiato un panino con il salame insieme alle sue amiche. Martina si era organizzata con le sue compagne di classe per passare un pomeriggio in paese. Il gruppo aveva deciso di fare “tappa merenda” comprando alcuni panini. Una tappa che però si è dimostrata fatale per la povera piccola.
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Un pomeriggio tragico e una morte fatale
Martina Quadrino aveva iniziato a stare male appena rientrata a casa. Nonostante siano stati avvertiti immediatamente i soccorsi, al loro arrivo non c’era stato più niente da fare. La comunità di Fondi, sconvolta, si stringe calorosamente alla famiglia distrutta. Oltre il 118 ad intervenire sono stati anche i Carabinieri che hanno avviato un’inchiesta per capire meglio l’origine dell’episodio. La procura di Latina in merito ha aperto un fascicolo.
L’autopsia del medico legale e l’indagine
Il sostituto procuratore della Repubblica di Latina Valerio De Luca, ha disposto l’autopsia della salma, effettuata ieri dal medico legale Maria Cristina Setacci. L’esame autoptico, durato più di due ore, ancora non ha chiarito le cause del decesso. Ci sarà quindi bisogno di ulteriori esami per capire per quali motivi la ragazza ha avuto lo shock anafilattico. In laboratorio infatti si nei prossimi giorni faranno ulteriori esami per comprendere l’origine del fatto. Anche se non ci sono conferme ufficiali, probabilmente la vittima era allergica al latte e ai derivati.
La dedica sui social
Su Facebook sono centinaia i messaggi di cordoglio per la morte della 13enne. Commovente, insieme al collage delle foto di Martina, la dedica dei versi di Cesare Pavese, “L’amico che dorme”.
“Che diremo stanotte all’amico che dorme?
La parola più tenue ci sale alle labbra
dalla pena più atroce. Guarderemo l’amico,
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso.
La notte avrà il volto
dell’antico dolore che riemerge ogni sera
impassibile e vivo. Il remoto silenzio
soffrirà come un’anima, muto, nel buio.
Parleremo alla notte che fiata sommessa.
Udiremo gli istanti stillare nel buio
al di là delle cose, nell’ansia dell’alba,
che verrà d’improvviso incidendo le cose
contro il morto silenzio. L’inutile luce
svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti
taceranno. E le cose parleranno sommesso”