La cara vecchia burocrazia italiana: lunga, criptica, fangosa e, alle volte, insuperabile. Quasi vien la voglia di trasferirsi all’estero. E così avviene, per moltissime realtà. L’ultimo è il caso della multinazionale farmaceutica Catalent, la quale ha ufficialmente ritirato il suo investimento da 100 milioni di euro che erano in principio destinati per la messa a punto del suo stabilimento di Anagni.
Nessuna fabbrica di vaccini ad Anagni: ”Tempi biblici della burocrazia”
A darne notizia è il primo cittadino della cittadina, Daniele Natalia, spiegando come la pratica che avrebbe dovuto concedere l’autorizzazione sia rimasta bloccata al Ministero dell’Ambiente. Il suo commento, dopo la notizia, ha il sapore di un ammonimento: “Le multinazionali ed il mercato del lavoro non aspettano i tempi biblici dell’Italia per concedere una semplice autorizzazione ambientale”, ha tuonato in sordina.
Trasferimento: da Anagni ad Oxford
Per questo, l’azienda in questione, la cui specialità della casa consiste nella produzione di sostanze farmacologiche biologiche, soprattutto vaccini, sposterà i propri investimenti in Inghilterra, precisamente nella città di Oxford. Ebbene, un altra treno che decide di non fare più fermata nella Stazione Bel Paese. Ma il primo cittadino ha cercato di sviscerare bene la faccenda.
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Le parole del Sindaco Natalia sul caso
Secondo Natalia, infatti, i problemi che hanno comportato l’allungamento eccessivo nel rilascio dell’autorizzazione sarebbe dovuto ai vincoli della zona industriale di Anagni, che rappresenta un sito di interesse nazionale a causa dell’inquinamento della Valle del Sacco. C’è una lettera, che il sindaco ha inviato ai quotidiani locali, in cui spiega chiaramente che il Sin della Valle del Sacco, venne istituito nel 2017 e che per tale zona si adottò “per la sua perimetrazione un criterio estremamente, anzi direi follemente, prudenziale che incluse vastissime parti del territorio comunale di Anagni”.
Ministero dell’Ambiente latita e i fondi si bloccano
Alla fine di quella lettera, il primo cittadino scriveva inoltre che “quando si tratta di avviare le opere di bonifica necessarie, nelle zone cui veramente serve, il Ministero dell’Ambiente e gli altri Enti competenti competenti latitano, i fondi restano bloccati, si aspettano i soliti “tempi biblici”.