Ostia. Aveva accoltellato il suo commercialista, nonostante il rapporto di amicizia che da tempo intercorreva tra i due: un gesto non solamente consapevole ed intenzionale, ma lucidamente e freddamente premeditato. Gli aveva dato appuntamento in un luogo preciso, all’aperto, in mezzo alla società. Intanto, nella tasca destra del suo cappotto, c’era un coltello da cucina pronto ad essere usato. Alla vista della vittima, non ci ha pensato due volte, deve aver ruminato sulla decisione per molto tempo, perché era sicuro. Così come è sicuro oggi, di quello che farà una volta che avrà scontato la sua pena.
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L’accoltellamento di Ostia: ”È da giorni che avevo deciso di farlo”
Come il suo stesso autore tiene a sottolineare nelle dichiarazioni riportate da Repubblica: “Sì sono stato io ad accoltellarlo ed è da giorni che avevo deciso di farlo. Visto che non ci sono riuscito quando uscirò di prigione lo ucciderò”. In questo modo, G.P. ha spiegato il suo folle atto messo a segno in Via delle Baleniere lo scorso 21 gennaio 2022.
La sentenza dei giudici del tribunale
E, nella giornata di ieri, i giudici del tribunale, onorati di tanta chiarezza è sincerità, hanno deciso di essere altrettanto chiari e sintetici: dovrà scontare sei anni di carcere, al termine del processo celebrato con rito abbreviato. L’uomo è, di fatto, accusato di omicidio per aver attentato alla vita dell’amico commercialista. Il motivo sarebbe oltremodo semplice: “Mancato disbrigo pratica amministrativa sulla defiscalizzazione della pensione“, ecco il movente della violenta dinamica messa in scena qualche mese fa.
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Il motivo dell’aggressione
Da qualche tempo, infatti, l’accusato, classe 1957, e iscritto all’associazione italiana rimpatriati dalla Libia, faceva forti pressioni al suo commercialista per portare a compimento la pratica fiscale. L’attesa insofferente deve aver fatto il resto del lavoro: ha perso completamente le staffe, e così gli ha dato appuntamento al bar di via Orazio, nel centro di Ostia.
La promessa dell’aggressore
Mai, la sua vittima, avrebbe immaginato tanto: al suo arrivo ha tirato fuori dalla sua tasca destra del giubbotto un coltello da cucina di 15 centimetri. Non ci ha pensato due volte, e dopo averlo intimorito, lo ha trafitto più volte. Colpi profondi e precisi, su diversi punti del corpo: al torace, alla trachea e all’orecchio. Una furia indescrivibile che, per fortuna, non ha portato alla morte del commercialista. E questi, sembra aver incrementato ancora di più la sua rabbia: “Tanto quando esco ti uccido”.