Lo hanno trovato sull’asfalto, in una pozza di sangue. Forse investito da un’auto che non si è fermato mentre lui, un ragazzo di 20 anni, attraversava sulle strisce pedonali. E’ una delle ipotesi che si stanno valutando per capire cosa sia accaduto a Matteo Valentini, il 20enne trovato in fin di vita a Roma dopo aver trascorso una serata con gli amici.
Falciato sulle strisce pedonali
E’ successo la notte tra venerdì e sabato, a Roma, in via Sacco e Vanzetti, in zona Colli Aniene, nel IV Municipio. Matteo stava attraversando la strada sulle strisce pedonali quando molto probabilmente un’auto lo ha falciato. Nessuno ha visto il momento esatto dell’incidente, avvenuto intorno alle ore 1:20.
“Io ero a 100 metri dall’accaduto“, racconta un testimone che vuole restare anonimo. “Mi trovavo insieme ad altre due ragazze, stavamo passando la serata insieme. Abbiamo visto quel ragazzo a terra. Ci siamo fermati: era una scena terribile. Abbiamo immediatamente chiamato l’ambulanza”.
Pur stando a pochi passi, il ragazzo riferisce di non aver sentito nessun rumore di frenata. “Non ci sono stati particolari rumori di sgommate, frenate o persone che strillavano. Non abbiano sentito proprio nulla. Il ragazzo era a terra in una pozza di sangue. Accanto a lui una scarpa e un cappello. Si vedeva che era gravissimo. Era una scena che non protrò mai dimenticare. Avrei voluto aiutarlo, ma sono arrivate altre persone che mi hanno detto di non toccarlo, perché sarebbe potuto essere pericoloso per la sua salute. Io e le mie amiche ci siamo attaccati al telefono, abbiamo chiamato a ripetizione il 118 per far arrivare l’ambulanza”.
Matteo in coma dopo l’incidente
I soccorsi sono arrivati rapidamente. “Noi abbiamo chiamato all’1:24, ma già un altro signore aveva chiamato un paio di minuti prima di noi. L’incidente era avvenuto alle 1:18 al massimo. 12 minuti dopo la mia chiamata, l’ambulanza è arrivata e hanno soccorso il ragazzo. Da quello che so adesso è in coma. A terra, nonostante non avessimo sentito il rumore, si vedeva il segno di una sgommata”.
L’unico modo per poter scoprire cosa sia accaduto a Matteo è analizzare i filmati delle telecamere di videosorveglianza degli esercizi commerciali della zona.
La vicenda ha colpito tantissimo i residenti del quartiere, intenzionati a scoprire chi sia il pirata della strada. “Non può e non deve restare impunito”, dicono in tanti, appellandosi a chi possa aver visto qualcosa.
La pista del pestaggio
C’è un’altra ipotesi, ancora peggiore del pirata della strada, che potrebbe giustificare le condizioni di Matteo. Un pestaggio avvenuto in quella manciata di minuti tra quando Matteo ha inviato l’ultimo messaggio a una sua amica e quando il nostro testimone ha chiamato il 118. Al momento nessuna pista è esclusa. Una baby gang, come qualcuno ipotizza, oppure una persona soltanto, che lo avrebbe aggredito con inaspettata violenza? Anche questo è un lato oscuro della vicenda. Matteo riporta una ferita alla testa che va dall’orecchio fino alla front. Occorre capire se è compatibile con un incidente stradale oppure se si tratta di una ferita da arma da taglio o derivante da percosse. Lui non può dare spiegazioni, perché è in coma farmacologico. Inizialmente era stato portato al Sandro Pertini, poi, viste le gravi condizioni, è stato trasferito al reparto di terapia intensiva del policlinico Umberto I.