Roma. La questione dei ”cittadini onorari” della Capitale è un fardello che ogni amministrazione capitolina che si rispetti deve affrontare, per poter dimostrare almeno di saper mantenere la città al sicuro dalle loro continue incursioni. Parliamo, ovviamente, dei cinghiali che ultimamente hanno dimostrato un certo tasso di adattamento anche al trambusto della metropoli, arrivando addirittura a partorire ed allattare la propria prole in mezzo alla strada. Completamente noncuranti delle auto e dei potenziali ”pericoli” che provengono da noi umani.
Il solito problema di cinghiali a Roma e l’ultima trovata del Comune
Dunque, anche la squadra di Gualtieri si ritrova davanti al solito problema, che di anno in anno diventa sempre più massiccio, così come lo sgomento dei cittadini che, in realtà, sono più che abituati a vederli passeggiare indisturbati per la città. E questo, anche nei luoghi solitamente affollati dove non ci si aspetterebbe di vederli. Risale a ieri l’ultima trovata presentata sul tavolo del Comune: cioè quella di allestire delle reti strategiche e contenitive per evitare che giungano in città. Poste nei luoghi ”giusti”, secondo il progetto, dovrebbero limitarne fortemente la presenza. Ma c’è chi rimane molto scettico sulla soluzione che, se non funzionerà, potrebbe portare direttamente ad una scelta molto più drastica, quella dell’abbattimento.
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Una soluzione alternativa, etica ed efficace dal vicepresidente della commissione Ambiente
Un’altra proposta, tra le varie, era anche quella dell’avvio di un programma di sterilizzazione della fauna selvatica presente nel territorio di Roma Capitale mediante il ricorso a un vaccino immunocontraccettivo. Una soluzione che, come sottolinea anche l vicepresidente della commissione Ambiente e consigliere capitolino M5S Daniele Diaco, si presenta come etica, efficace sotto il profilo del contenimento faunistico e, soprattutto, anche rispettosa della vita degli stessi. E sarebbe anche finanziabile a quanto pare.
Reti per confinarli ed abbatterli senza abbatterli
Ci sarebbe, secondo Diaco, una parte dei Fondi nell’attuale Legge di Bilancio, su cui l’attuale Amministrazione capitolina ha posto il proprio inspiegabile veto. Parte di questi fondi disponibili per la manovra saranno invece destinati alla recinzione delle aree naturali. Il rischio è che le reti possano non funzionare, oppure che trasformino i cinghiali in prede per i cacciatori. Probabilmente, un metodo ”sottile” e discreto per evitare la parola ”abbattimento” che di certo non sarebbe una delle trovate più sostenibili in termini di etica ambientale e zoologica. Diaco: ”Una chiusura che rischia di trasformarsi in una carneficina di ungulati del tutto evitabile”.