«Oggi per prenotare una visita fai il numero del Recup oppure vai allo sportello, accanto a questo sistema, che resta in vigore, si aggiunge una novità: ci si potrà collegare da pc al sito regionale, inserendo il numero della tessera sanitaria e il codice della ricetta dematerializzata prescritta dal medico. A quel punto sulla schermata apparirà la visita che si deve effettuare e i luoghi dove è erogata, a partire da quelli nell’Asl di residenza. Scorrendo l’elenco completo si potrà scegliere il posto, il giorno e l’orario proprio come avviene con gli Hub vaccinali e si prenota la visita. Per noi è una rivoluzione che stiamo organizzando a tappe», queste le parole dell‘Assessore D’Amato, riportate da Messaggero, sul nuovo sistema per prenotare le visite specialistiche. La partenza è fissata per metà aprile.
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Come funziona
Ma come funziona? Detto in parole semplice si utilizza lo stesso metodo della prenotazione dei vaccini contro il Covid. Non solo: al servizio dei cittadini verrà presto messa anche un’App che consente di inquadrare il codice a barre della ricetta, consentendo di prenotare una visita ovunque quella prestazione venga erogata. Non solo: 3 giorni prima della visita il cittadino riceverà un memo che servirà per confermare o annullare l’appuntamento. Sarà possibile, con questa nuova modalità, prenotare fino a 68 prestazioni. «Partiamo con un primo step, ovvero con 12 visite, da quella cardiologica a quella oculistica fino alla visita dermatologica che rientrano nella fascia “D”, differita e “P” programmata per le quali le prestazioni devono essere erogate entro un tempo determinato, ovvero tra i 30 e i 60 giorni».
Come pagare il ticket
Ma chiunque potrà usufruire di questo sistema? Certo, indipendentemente dall’età. Tuttavia c’è una differenza dai vaccini anticovid: questi sono gratuiti mentre le visite no. Ma anche per questo c’è la soluzione: il cittadino riceverà l’identificativo unico (IUV): con questo codice potrà pagare il ticket sia in tabaccheria che on-line (pagoPa). Le strutture che rientrano in questo cambiamento sono sia pubbliche che private. Questo è voluto per evitare che il paziente non si presenti alla visita senza disdirla: «Sì, oggi purtroppo abbiamo ancora un 20% di prenotazioni che si perdono nel senso che il paziente che prenota una visita magari oculistica a 40 giorni trova il modo di farla prima, anche privatamente, ma non comunica di non andare a quella prenotata con il “Recup” e dunque si occupa un posto a cui non segue una prestazione». E ancora, soggiunge: «Se la visita non viene confermata né riprogrammata pagherà comunque il ticket».