Non c’è tregua ad Anzio dopo il terremoto che ha sconvolto la classe politica del comune sul litorale romano. Prima i 65 arresti e la maxi operazione all’alba che ha fatto emergere come la Ndrangheta, la mafia, sia ben inserita nel territorio, poi quelle infiltrazioni e il sostegno durante il periodo delle elezioni a diversi personaggi di spicco dell’amministrazione. Politici che sarebbero stati favoriti e aiutati e che oggi ricoprirebbero ruoli importanti.
Anzio e le dimissioni dei consiglieri
Alcuni consiglieri hanno, forse, anticipato ‘le mosse’ e hanno deciso di dimettersi. Tra loro quelli di Progetto Anzio, Flavio Vasoli, Giuseppina Piccolo e Stefania Amaducci. Ma non solo. A lasciare l’incarico anche Cinzia Galasso e Roberto Camilli di Fratelli d’Italia el’assessore di FdI Laura Nolfi. Probabilmente le motivazioni sono da ricercare in quel terremoto politico che ha stravolto la città, che ora deve fare i conti con una grande crisi. E con un grande peso da portare ‘sulle spalle’ perché i 65 arresti e le infiltrazioni mafiose hanno gravato molto sull’immagine di quello che dovrebbe essere un fiore all’occhiello del litorale romano.
Le motivazioni
Ndrangheta ad Anzio
Tra i 65 arrestati anche due militari dell’Arma: uno ai domiciliari, l’altro in carcere. Sì, perché avrebbero fornito informazioni riservate e avrebbero così violato il segreto di ufficio. Le indagini si sono concentrate su due carabinieri, che prestano servizio in una delle caserme del litorale, e hanno evidenziato gravi indizi in ordine alla rivelazione di informazioni riservate a favore del sodalizio di tipo mafioso. Entrambi sono destinatari della misura cautelare e sono gravemente indiziati di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, mentre uno dei due dovrà anche rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa. A febbraio, tra l’altro, poche ore dopo il blitz erano stati perquisiti anche gli uffici comunali di Anzio e Nettuno perché l’obiettivo era trovare documentazione utile: tutti i pc erano stati fatti spegnere e ai politici era stato vietato l’ingresso. Ma le intercettazioni avrebbero fatto emergere qualcosa di strano.
Le intercettazioni e il sostegno al sindaco De Angelis
Sotto la lente degli investigatori della Dda, coordinati dai procuratori aggiunti Michele Prestino e Ilaria Calò, le elezioni del 2018 ad Anzio, che hanno portato alla vittoria l’attuale sindaco Candido De Angelis. Secondo gli inquirenti Bruno Gallace e Davide Perronace, due tra gli arrestati, avevano offerto il loro sostegno alla campagna elettorale. Nell’inchiesta emerge un rapporto con il Primo Cittadino e con i consiglieri comunali Giuseppe Ranucci, Gualtiero Di Carlo, Aristodemo Lauri e con altri consiglieri.
Secondo gli inquirenti, come si legge nell’ordinanza a firma del Giudice per le Indagini Preliminari Livio Sabatini, “il sostegno offerto dal sodalizio criminale si è concentrato nella località denominata Falasche, corrispondente alle sezioni 15, 16 e 17”, dove i candidati della lista del sindaco avevano preso più preferenze. A supporto di questa tesi, viene riportata un’intercettazione in cui Perronace dice: “Sto qui con il mio compare e sto vedendo di rimediare qualche voto… Alle Falasche… a Via Artena”. Dal canto suo il Sindaco, che subito dopo l’operazione aveva chiesto di parlare con il Prefetto, si dichiara estraneo. Pronto a dimostrare la correttezza della sua Amministrazione, che ora sembrerebbe essere sempre meno solida.