Nella mattinata di sabato 9 Maggio, durante lo stage internazionale di Ju Jitsu organizzato dallo CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale) tenutosi nel palazzetto Palacordoni di Rieti, c’è stata una piccola dimostrazione di come le difficoltà e gli ostacoli che la vita ci pone davanti non devono essere semplicemente superati, ma bisogna combatterli quotidianamente con coraggio, ardore, forza di volontà ed una grande anima. Tutti aggettivi, questi, che ben descrivono i ragazzi dell’Associazione Futuro Onlus di Pomezia che, armati solo della loro tenacia, sono partiti insieme ai ragazzi della ASD Judo Club di Pomezia, guidati dall’Istruttore Daniele Boldini II Dan di jujitsu ed hanno dimostrato come ogni situazione, anche quella apparentemente più difficile, vada affrontata a testa alta e con onore.
Lo stage è consistito in una serie di colpi e spostamenti, tipici del Ju Jitsu (arte marziale che accomuna i ragazzi del Dojo del Judo Club e quelli dell’Associazione Futuro), dove i ragazzi “diversamente abili” – che poi, di diversamente abile, ad essere onesti, non avevano proprio nulla, data la precisione e disciplina che hanno dimostrato nell’eseguire le sequenze e nell’apprendere persino una nuova tecnica, spiegata dal Maestro Florian Dau VII Dan di Ju Jitsu venuto direttamente da Amburgo – hanno dimostrato, davanti ad un gruppo composto quasi unicamente da cinture nere, come la forza di volontà possa portare a raggiungere qualsiasi risultato.
Nel corso dell’allenamento, i ragazzi si sono potuti confrontare con i jutsuka della ASD Judo Club di Pomezia e persino con alcune cinture nere, che hanno studiato con loro le tecniche del programma, dando vita ad una vera e propria integrazione, parola simbolo che racchiude il significato dell’intera ora e mezza di stage.
Tanto i ragazzi “normo-dotati” che i ragazzi “diversamente abili” hanno potuto apprendere qualcosa gli uni dagli altri e lasciare un segno indelebile nelle menti e nei cuori degli altri. La determinazione che i ragazzi dell’Associazione Futuro hanno dimostrato è stata di grande esempio per tutti e, ancora una volta, il messaggio chiave è stato che non ci sono diversità che non possono essere colmate e avversità che non possono essere affrontate. Basta solo avere la giusta dose di coraggio, un pizzico di sana consapevolezza e tanta forza di volontà.
Per concludere, un grazie va all’Istruttore, Daniele Boldini, per aver saputo guidare i ragazzi in un percorso di crescita tanto fisica, quanto mentale e al Maestro Luciano Gallus IV Dan di Ju Jitsu e fondatore dello stile Tekio Ryu (letteralmente “adattamento”) che rappresenta un grande esponente nel settore del ju-jitsu integrato.
Giulia Monteduro
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Judo Club Pomezia: Ju Jitsu, quando lo sport diventa il superamento delle “barriere”
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