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Decreto Legge Sostegni: nel mirino i produttori di energia rinnovabile

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Decreto Legge Sostegni - pannelli solari

L’aumento dei costi dell’energia non è passato inosservato. In tutta Italia si è notato questo rincaro feroce che ha preoccupato moltissime famiglie. Il Governo è intervenuto da subito con sostegni e riduzione dell’Iva in bolletta, ma si è trattato solo di una manovra tempestiva e che ha contenuto al minimo l’impatto sui consumatori finali.

Dalla fine dell’anno scorso, si ragiona sulle soluzioni per contenere il caro bolletta e l’ultima modifica al Decreto Sostegni ha fatto discutere non poco gli esperti del settore energetico. Cos’è la tassa sugli extra profitti delle fonti rinnovabili?

Motivi dietro l’aumento del costo dell’energia

Perché sono aumentate le bollette?

L’incremento del prezzo in bolletta è avvenuto già alla fine del 2021 e da allora il Governo ha dovuto ragionare per un intervento equo ed efficace per contenere queste enormi spese. Infatti, secondo le statistiche, le bollette della luce sarebbero addirittura aumentate del 55%.

Il motivo è semplice: sono aumentati i costi dei prodotti energetici all’ingrosso e dei permessi sui limiti di emissioni di anidride carbonica. Ovviamente i produttori di energia hanno dovuto rispecchiare questo incremento nelle bollette.

Da subito il Governo ha ridotto l’Iva sul gas al 5% per il trimestre, oltre che attivare il bonus sociale alle famiglie in difficoltà e annullare gli oneri generali di sistema in bolletta. Tutto questo è stato necessario per contenere l’impatto dell’aumento dei costi delle materie prime e non gravare del tutto sui consumatori finali.

Lo scorso 27 gennaio, poi, si è deciso di correggere il Decreto Legge Sostegni, introducendo l’articolo 16: a decorrere dalla data del 1° febbraio 2022 e fino alla data del 31 dicembre 2022, sull’energia elettrica immessa in rete da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW che beneficiano di premi fissi derivanti dal meccanismo del Conto Energia, non dipendenti dai prezzi di mercato, nonché sull’energia elettrica immessa da impianti di  potenza superiore a 20 kW alimentati da fonte solare, idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non accedono a meccanismi di incentivazione, è applicato un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell’energia.

Le disposizioni non si applicano all’energia oggetto di contratti di fornitura  conclusi  prima  della data di entrata in vigore del presente decreto, a condizione che non siano collegati  all’andamento dei prezzi dei mercati spot dell’energia e che, comunque, non siano stipulati a un  prezzo medio superiore del 10 per cento rispetto al valore (prezzo di riferimento medio fissato  pari alla media dei prezzi zonali orari registrati dalla data di entrata in esercizio dell’impianto fino al 31 dicembre 2020), limitatamente al periodo di durata dei predetti contratti.

Soluzione per ridurre i costi delle bollette

Da subito, molte figure di spicco del settore hanno consigliato di passare al fotovoltaico in modo da evitare i costi destinati ai materiali fossili con cui si produce energia. Tuttavia, ecco che il mese scorso è stato modificato il Decreto Legge Sostegni che prevede ora un “meccanismo di compensazione a due vie” dove ad essere maggiormente colpiti sono proprio i produttori di energia rinnovabile.

Vediamo meglio di cosa si tratta. Per affrontare il rincaro delle bollette, si è deciso di tassare gli extra profitti dei produttori di energia. Nello specifico, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) calcola la differenza tra i prezzi attuali e i prezzi medi dell’energia prodotta fino al 2020 ed elaborerà una tassa che i produttori di energia dovranno versare.

Questo meccanismo colpisce in particolare i produttori di energia rinnovabile in quanto si tratta del settore che trae maggior profitto, in quanto le materie prime sono perlopiù gratuite (per esempio, l’energia solare è sempre disponibile).

La manovra avrà durata limitata e servirà solo per gestire l’emergenza in questi primi tempi di rincaro, in attesa di nuove evoluzioni. Nella pratica, la tassa viene applicata sull’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW caratterizzate dal Conto Energia, ovvero che non dipendono dalle oscillazioni del mercato, ma che mantengono tariffe fisse.

Sono particolarmente colpiti i produttori di energia geotermica, eolica e idroelettrica.

Scacco matto alle fonti rinnovabili?

La manovra è stata letta come un duro colpo per i produttori di energia rinnovabile che sono praticamente gli unici a essere tassati sui profitti extra. Dopotutto, anche altri produttori che utilizzano fonti fossili stanno ottenendo profitti molto alti dati dall’aumento dei prezzi dell’energia erogata.

Agli occhi degli ambientalisti e degli esperti di settore, questa manovra prevista dal DL Sostegni non è altro che un rallentamento al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green Deal Europeo.

Si parla addirittura di ingiustizia sociale in cui a farne le spese sono i consumatori finali e quelle aziende che mirano a produrre un’energia rinnovabile e sostenibile. Il Governo giustifica la manovra dicendo che è complicato calcolare gli extra profitti di chi utilizza fonti fossili. E’ davvero così?

In effetti, le aziende di questo tipo hanno il vantaggio di non dover rendere pubblico il prezzo di acquisto del gas. Chi ha ottenuto extra profitti dall’aumento della vendita di energia non è stato colpito, incentivando quindi i vecchi meccanismi di generazione dell’energia piuttosto che quelli più smart e moderni.

Questo trattiene l’Italia dal progresso verso una drastica riduzione delle emissioni entro il 2030.

Un problema per il progresso e per l’indipendenza energetica

È vero che una manovra del genere non incentiva all’adozione di fonti rinnovabili e pulite per la produzione di energia ma, inoltre, non consente neanche al nostro Paese di abbracciare la via dell’indipendenza energetica.

È chiaro che la situazione in Russia e Ucraina è molto tesa e che questo si sia anche tradotto in un aumento dei costi di luce e gas. La risposta a questo evento poteva trovarsi nell’adozione di fonti rinnovabili, eppure ciò non sta avvenendo.

In Italia l’aumento degli impianti per produrre energia pulita è ostacolato da procedure burocratiche e questo, in un periodo come quello che stiamo vivendo, potrebbe tradursi facilmente nello scoppio di crisi geopolitiche e in una crisi che colpisce le famiglie e le piccole imprese.

Il decreto si convertirà in legge a marzo e alcuni attori del settore energetico si stanno già attivando per evitare la manovra che potrebbe davvero mettere in crisi aziende e privati.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it

 

 

 

 

 

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