Soffitto a brandelli, pavimento coperto da una coltre di fuliggine e qualche bancone dell’area commerciale che sembra essersi salvato dalle fiamme. Si presenta così l’interno del Terminal 3, quasi irriconoscibile dopo l’incendio divampato nella notte di ieri all’aeroporto di Fiumicino che per ore ha paralizzato lo scalo della Capitale.
Oggi ancora disagi nello scalo romano dove il rogo di ieri ha distrutto mille metri quadrati dell’area ‘Voli internazionali’. Lunghe file ai check in, passeggeri in ansia nell’affollato Terminal 1 e 5. Nonostante sono stati aperti 16 varchi tanti sono ancora i disagi.
“Entro 7 giorni piena operatività zona imbarco D” dichiara in una nota l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.
Fonti dell’aeroporto di Fiumicino escludono che l’incendio scoppiato in aeroporto abbia origine dolose. Le fiamme sarebbero partite dalla cucina di un punto di ristoro ubicato nella galleria commerciale all’interno della sala transiti del terminal 3.
Bruciati 1000 mq. Sono molti i negozi distrutti nell’incendio che si è sviluppato all’interno dell’area commerciale al piano -1 del Terminal 3 e ha interessato un’area di circa 1000 metri quadrati. Le fiamme avrebbe provocato la distruzione anche di alcune cabine di controllo passaporti. Centinaia di metri quadrati andati completamente in fumo, l’area commerciale sventrata con le vetrine dei negozi irriconoscibili e i gate trasformati in varchi sul nulla.
“Probabile che la causa sia un corto circuito” informa l’Enac. Nessun atto doloso, ma un corto circuito nell’area commerciale ha provocato il rogo, secondo quanto riferito dal presidente dell’Enac Vito Reggio. “Stiamo sentendo una teste che ci ha indicato l’origine dell’incendio in un vano dietro il frigorifero dell’esercizio commerciale”, ha detto il vice questore Antonio Del Greco. “La dipendente del bar ha fatto subito allontanare le persone e poi è scattato l’allarme, attorno a mezzanotte. E’ una testimonianza che stiamo valutando secondo gli elementi che hanno i vigili del fuoco”.
Intanto la Procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta sull’incendio, e il pm Valentina Zaratto, che procede per incendio colposo contro ignoti, ha disposto il sequestro dell’intera area interessata dalle fiamme. Tra le ipotesi un surriscaldamento dell’impianto elettrico nel Terminal delle partenze internazionali. Circostanza, questa, esclusa da Adr. Gli investigatori, comunque, stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere posizionate nell’area dell’incendio. Al lavoro anche gli agenti della polizia Scientifica e gli uomini del Nucleo Investigativo Antincendio dei vigili del fuoco.
Un allarme sul surriscaldamento dell’impianto elettrico era stato dato ieri pomeriggio, diverse ore prima che scoppiasse l’incendio che la notte scorsa ha devastato gran parte del Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. Secondo quanto si apprende da fonti investigative, infatti, da un filmato delle telecamere interne si vedono due operai che lavorano al quadro elettrico: erano stati chiamati proprio perche’ la sonda interna all’impianto aveva segnalato un surriscaldamento anomalo proprio dell’area dove a mezzanotte si e’ sviluppato l’incendio. La prima a dare l’allarme e’ stata una dipendente di un esercizio commerciale che ha allertato le forze dell’ordine dopo aver visto una densa nube di fumo all’interno del locale.
I quadri elettrici, di solito non prendono fuoco, al massimo fanno un’pò di fumo. A quanto emerge dalle indagini a Fiumicino l’impianto elettrico è sotto accusa e potrebbe esser la causa dell’incendio.
In ogni impianto che si rispetti se gli edifici sono costruiti a norma (con materiali ritardanti le fiamme) il fuoco non si propaga. A Fiumicino questa legge ergonomica sembra non esser presa in considerazione.
Una certezza però la abbiamo: se l’aeroporto è andato in fiamme qualcosa non ha funzionato. Questo è un dato certo e le cause di tale incendio posso esser tante e svariate.
Possono non aver funzionato i rilevatori di fumo. O forse erano disattivati ? E se fossero stati disattivati la domanda è perchè erano disattivati ?
A quanto pare però dalle indagini in corso pare che i rilevatori funzionavano. Se hanno funzionato è fuoriuscita l’acqua ? La risposta non è ancora certa.
Una cosa è certa, se brucia una vasta area dell’aeroporto come quella del Terminal 3 e non c’è stato dolo è fuori di dubbio che una mancanza di rispetto delle norme c’è stata. Che sia stata una mancata manutenzione o negligenza lo sapremo solo a fine indagini.
Massimiliano Gobbi