Prezzi dei carburanti alle stelle. E tutti che pensano che i benzinai in questo periodo si stiano arricchendo. E, invece, la categoria pare che stia soffrendo incredibilmente degli aumenti, perché tutti cercano di risparmiare utilizzando meno l’automobile. Mentre i prezzi volano, per i gestori il guadagno resta sempre lo stesso, ovvero di 3 centesimi e mezzo al litro. Questo è quanto afferma l’associazione dei gestori delle pompe di benzina. Per questo adesso è stato proclamato uno sciopero dei benzinai, che si va a sommare a quello degli autotrasportatori.
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Sciopero benzinai: cosa succede
Lo sciopero consisterà nella chiusura, da parte dei gestori, degli impianti self service nelle ore notturne. Questo significa già a partire dalle 19:00, orario di chiusura del servizio servito. A dare spiegazioni è Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti, l’associazione dei gestori delle pompe di benzina. “Mentre il costo del carburante aumenta, il nostro ricavo resta sempre uguale”. Ma non solo. Per i gestori sono aumentati i costi, perché le bollette elettriche sono lievitate del 135%. Con costi maggiorati anche di 10.000 euro ciascun un impianto. Questo, secondo Nettis, potrebbe far fallire molti gestori.
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Caro prezzi carburanti
I gestori hanno quindi deciso lo sciopero per sensibilizzare i consumatori, convinti che avranno la loro comprensione. Ma adesso serve anche un intervento del Governo per porre un freno agli aumenti. Nettis spiega che l’associazione ha scritto ai parlamentari. “Abbiamo richiesto il loro intervento affinché venga il Governo intervenga in modo immediato. Serve un intervento che consenta sia a noi, che ai consumatori, di mitigare gli effetti di un fenomeno sempre più preoccupante”. Per Nettis è preoccupante che il Governo sia indifferente. “Siamo indignati che non si prendano provvedimenti. Sono assenti e continuano a fare cassa con l’Iva e le accise. Noi vogliano lanciare una proposta, che forse non potrà risolvere definitivamente il problema. Ma potrà alleggerirlo. Potrebbe applicare quanto previsto dalla legge 244/07, in tema di ‘accisa mobile’, andando così ad annullare in parte gli aumenti. Ma serve la volontà”.