Lo umiliavano in tutti i modi, lo minacciavano, lo tenevano in pugno e, non contenti, diffondevano i video delle loro “imprese” sui loro canali social, attraverso storie che venivano seguite e commentate dai loro amici. Per loro, 6 componenti di un baby gang di Roma nord, in zona Monte Mario, era un vanto farsi vedere così “forti” nei confronti del loro coetaneo. Tutti minorenni, erano diventati il terrore del quartiere.
Ma la storia ha avuto fortunatamente fine grazie all’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Roma Trionfale. I militari hanno dato esecuzione a una ordinanza applicativa di prescrizioni, emessa dal Tribunale per i Minorenni di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei 6 minorenni che agivano in gruppo. Sono infatti gravemente indiziati di spaccio di sostanze stupefacenti, atti persecutori, lesioni aggravate e rapina aggravata ai danni del loro coetaneo e della madre.
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I fatti
Gli investigatori Stazione di Roma Monte Mario hanno iniziato le indagini nel periodo compreso tra dicembre 2021 e febbraio 2022, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni. Tutto parte dalle confidenze fatte dalla vittima alla madre. Il ragazzino si era sentito male dopo aver assunto della sostanza stupefacente che gli era stata data dal gruppo di bulli.
La persecuzione della baby gang
Durante l’indagine i carabinieri hanno delineato i ruoli e i compiti dei componenti della baby gang, riuscendo a scoprire i gravi episodi di atti persecutori compiuti nei confronti della vittima prescelta. Andrea, nome di fantasia, veniva accerchiato ripetutamente all’uscita da scuola. Poi lo colpivano con calci e pugni. Non contenti, lo umiliata in strada, davanti a tutti. La persecuzione era tale che Andrea era arrivato a volersi suicidare pur di sfuggire a suoi carnefici.
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I video delle angherie sui social
La baby gang infatti perseguiva talmente tanto Andrea da arrivare addirittura a minacciarlo di morte. Inoltre hanno tentato di sottrargli il telefono cellulare e capi di abbigliamento griffati che indossava. Nel corso dei raid effettuati dalla banda, Andrea veniva costantemente umiliato e inginocchiarsi davanti a loro. Il tutto veniva ripreso con i cellulari e poi diffuso sui social.
La condanna nei confronti dei sei carnefici è stat fin troppo lieve. Il Giudice ha prescritto ai sei minori colpiti dall’ordinanza di mantenersi a una distanza di 50 metri dalla vittima, di interrompere qualsiasi contatto con la vittima, personale, telefonico o per il tramite di qualsiasi canale di comunicazione, anche telematica e astenersi dal commentare il comportamento e le denunce della vittima, nonché mantenere contatti con il Sevizio Sociale, seguendone le indicazioni.