Nominando il “Centro Elisabetta” a Torvaianica subito vengono alla mente ricordi più che piacevoli legati a un passato che, purtroppo, oggi non c’è più. Divertimento, estati, bagni in piscina, chi ha vissuto quegli anni d’oro non fa fatica a chiudere gli occhi e a ripercorrere nella propria mente quei fotogrammi decisamente d’altri tempi: i campetti, le nuotate, il sole, il relax, le amicizie. Di tutto questo però, a distanza di anni, non resta nulla, con il Centro inghiottito e rimasto travolto da un progresso che evidentemente non si è stati in grado di gestire e governare.
Oggi l’area, che si snoda tra Via Varna e Via Bengasi, è in uno stato di profondo abbandono, trasformata in una vera e propria discarica a cielo aperto. A tal punto che si fa davvero fatica anche solo a immaginare di sovrapporre i ricordi dei bei “tempi andati” alla desolante situazione attuale. Alle spalle di quello che è a tutti gli effetti un ecomostro il ricordo di un altro fallimento illustre, quello della discoteca “Le Grillon”, altra maxi lapide in cemento spentasi anche in questo caso troppo presto. Adesso però per tutta questa zona potrebbe aprirsi una nuova pagina dato che il Comune ha intenzione di riqualificare l’interza zona spazzando via, almeno questo è l’obiettivo, la triste aurea di degrado che aleggia inesorabile su questo quadrante letteralmente dimenticato da tutti (o quasi).
Da Il Corriere della Città – MARZO 2022
C’era una volta il “Centro Elisabetta” a Torvaianica
Ma prima di guardare al futuro e capire cosa accadrà è doveroso cercare di preservare quella che è a tutti gli effetti una memoria collettiva della città. Non certo quella di chi sta scrivendo considerando l’età, ma per la passata generazione il “Centro Elisabetta” ,come detto, ha rappresentato anni felici e spensierati che vale la pena di ricordare. E soprattutto conservare. «I nostri figli ci hanno fatto il campo estivo ed era bellissimo», ricordano ad esempio Paola e Maria. Come loro tanti cittadini che hanno risposto al nostro “appello” per recuperare frammenti di vita vissuta ormai relativi a quasi cinquant’anni fa. Scrive Cecilia: «Noi organizzavamo partite di calcetto estive, di tennis…una parte della mia infanzia».
Nadia ricorda di averci “festeggiato il 18esimo compleanno, locale e piscina”. «Tennis, Nuoto, Disco!», aggiunge Giancarlo. Ma “Le Grillon” riemerge anche in altri commenti: «Ci andavamo in piscina, c’era sempre tanta gente e poi c’era la discoteca», aggiunge infatti Laura. Emilia racconta: «Ci ho passato un capodanno super!». Per la chiosa finale Simone riassume così quegli anni: «1990. In bici da Campo Ascolano. Pizza da Celori e tutti in piscina al centro Elisabetta. Pomeriggi passati con spensieratezza». Alessandro ricorda con “orgoglio” di aver “giocato contro Totti in un torneo estivo quando lui aveva 16 anni”. “Era l’Estate 1983 e io facevo la maestra di tennis”, scrive infine Raffaella.
(Si ringrazia per le foto Franco Zanotti)
Il ricordo di Paolo Fiorentini
Nel nostro lavoro di archivio ci siamo imbattuti nella testimonianza di Paolo Fiorentini, profondo conoscitore del litorale, che per tre anni si occupò della gestione del “Centro Elisabetta”. Anni in cui la struttura, benché si iniziassero già ad affacciare i primi problemi legati al suo mantenimento, era ancora pienamente in auge. Tante erano peraltro le personalità famose (o che lo sarebbero diventate!) che frequentavano il Centro. «Per tre anni ho gestito il Centro Elisabetta, dal 1992 al ’94», esordisce Fiorentini.
«Rilevai l’attività da Quirino Cipolla, l’ex tennista che, pur non raggiungendo mai vette altissime in carriera, divenne famoso per aver strappato un set a Bjorn Borg, oltre che ad essere papà e allenatore di Flavio, altro atleta arrivato fino al 70esimo posto del ranking mondiale. Ad ogni modo di quegli anni ricordo tantissimi piacevoli aneddoti, in particolare in merito ai frequentatori del Centro Elisabetta. Ad esempio c’era un certo Francesco Totti che a quel tempo abitava non distante da lì. Veniva a giocare insieme agli amici e noi gli “regalavamo” spesso le ore di calcetto tra una prenotazione e l’altra, quando cioè i campi erano liberi. Ricordo che in un’occasione gli avevo promesso che se avessero vinto un torneo gli avrei permesso di festeggiare in piscina. E così poi accadde».
«Di fronte al centro abitavano anche i genitori di Cristina Quaranta, una delle ragazze più famose di “Non è la Rai”. Io conoscevo, tramite un mio amico, anche Raffaella Ferrero, altra showgirl di punta del programma che peraltro era di Pomezia. In virtù di questo diverse ragazze della nota trasmissione dell’epoca venivano spesso al centro e ci passavano intere giornate. E poi tanti personaggi dello sport, soprattutto del Basket, anche di alti livelli».
Sa dirci qualcosa anche delle gestioni precedenti?
«Negli anni ’60-’70 e fino ai primi anni ’80 il Centro Elisabetta fu qualcosa davvero di innovativo per il litorale. La discoteca richiamava a suonare artisti di un certo calibro, mi viene in mente Battiato ma ce ne furono altri, il centro sportivo ovviamente era nuovo, e poi la pista di pattinaggio, la piscina, il bar, i campi da tennis (il calcetto ancora non c’era perché arriverà più tardi), insomma una struttura davvero ben concepita. Non solo. L’intero quartiere era moderno e funzionale: sotto i grattacieli c’erano tanti negozi come supermercati, macellerie, bar, pizzerie e così via. Diciamo che era l’intero contesto nel suo insieme a funzionare. Tutto questo resse fino agli anni ’80, dopodiché iniziò il lento processo di declino».
«Non immediato s’intende, tanto che al mio arrivo al Centro Elisabetta, come detto, ancora la situazione era comunque buona, eccezion fatta per “Le Grillon” il cui crollo fu invece verticale. Qualche negozio aveva chiuso, è vero, ma comunque c’erano ancora il bar e la pizzeria, la zona era viva, ecco. Tornando al “Centro Elisabetta” al mio arrivo, insieme alle altre persone che condivisero con me quel progetto, apportammo alcune novità: la pista di pattinaggio venne sostituita col campo da Basket e divenne una delle sedi del Torvaianica Basket arrivando a ospitare eventi importanti. La piscina venne restaurata così come tutto l’arredo. Avevamo la musica, facevamo serate a tema e organizzavamo feste: in altre parole facevamo un po’ da discoteca dato che Le Grillon non c’era più».
Poi cosa accadde? Perché il Centro Elisabetta venne progressivamente abbandonato?
«Devo dire che già all’inizio della nostra gestione dovemmo fare i conti con impianti e servizi vecchi oltre che con tecnologie vecchie e dispendiose. Inoltre c’erano problemi di usura, il che richiedeva, oltre alla manutenzione ordinaria, continui interventi straordinari. La situazione finanziaria pertanto non era delle più rosee: ricordo che incassavo una media di circa 80-85 milioni all’anno, ma ne avevo sempre 60-65 in uscita, con una situazione strutturale destinata a peggiorare progressivamente. Trovai anche la concreta possibilità di un mutuo di 900 milioni (sufficienti a ristrutturare e modernizzare tutto) dell’allora Credito Sportivo Italiano da restituire in 20 anni al 2% di interesse».
«L’intento era chiaro: fare interventi radicali perché ormai non era più possibile andare a mettere dei “rattoppi” in una struttura ormai logorata dagli anni; in quel modo il centro sarebbe stato non solo salvato, ma anche migliorato, modernizzato e riportato ai massimi livelli. Ma niente, purtroppo tutto venne vanificato da alcuni problemi sorti con la famiglia proprietaria della struttura tanto che alla fine decisi di interrompere il rapporto. A quel punto smontai le cose che avevo acquistato io, mi caricai le attrezzature varie e lasciai al loro destino Centro e proprietari. Dopo di me ci fu un ultimo gestore che tenne l’attività per altre due tre stagioni, dopodiché la proprietà non trovò più nessuno e alla fine il Centro chiuse, fino ad essere venduto. Il resto è storia recente».
Il degrado e il progetto di riqualificazione per il centro Elisabetta
Ma cosa riserverà il futuro per quest’area? Di certo il presente è a dir poco deprimente. Nel nostro ultimo sopralluogo abbiamo documentato uno stato di profondissimo degrado con l’area, le foto sono abbastanza eloquenti, trasformata in un immondezzaio. All’interno c’è perfino una carcassa d’auto completamente carbonizzata. I ricordi si sono fatti col passare degli anni sempre più sbiaditi fino ad essere inghiottiti dal tempo e dalla vegetazione che si è ripresa ciò che era suo. Un varco nella rete metallica consente tuttavia di accedere liberamente al rudere e non è difficile ipotizzare da chi possa essere utilizzata all’occorrenza quest’area al riparo da occhi indiscreti. Ebbene, tutto questo potrebbe forse cambiare nei prossimi mesi. Lo scorso anno il Comune di Pomezia ha rotto gli indugi annunciando un progetto di riqualificazione per la zona.
Nella storia recente, pur parlando comunque di 10 anni fa, anche l’ex Sindaco De Fusco aveva cercato di realizzare una riconversione dove, al posto di alcune costruzioni presenti in stato di abbandono, si sarebbero dovuti realizzare cinque edifici con una differenza di cubatura – in aumento – del 40%, ma poi non se ne fece più nulla. Adesso in ballo c’è un nuovo tentativo: l’Ente, con l’Amministrazione Zuccalà, ha infatti ottenuto il finanziamento dal Programma nazionale della Qualità dell’abitare (PinQua) del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili (Mims) per i due progetti presentati: “Pomezia Cresce” e “Torvaianica Cresce”, del valore di 15 milioni di euro ciascuno.
Per ciò che riguarda il “Centro Elisabetta” quest’ultimo rappresenta la fetta consistente per l’intervento riservato a litorale: nello specifico il pacchetto di interventi prevede infatti la riqualificazione del tessuto abitativo in zona Torvaianica Nord. Nello specifico l’intervento prevede: la demolizione e la ricostruzione del rudere “centro Elisabetta”, che consentirà di realizzare 18 nuovi appartamenti destinati all’emergenza abitativa e una serie di spazi essenziali per l’integrazione sociale. Tra questi: una nuova scuola – prioritariamente destinata al nido oall’infanzia – una sala ricreativa di 148 mq e un’area verde di quasi 3mila mq.
Risponde il Comune di Pomezia
Il “Centro Elisabetta’ è uno degli interventi chiave del finanziamento ottenuto per il progetto ribattezzato “Torvaianica Cresce”. In questo caso quali sono le tempistiche tra lavori di demolizione e realizzazione di quanto previsto?
«Per quanto riguarda i progetti “Pomezia Cresce” e “Torvaianica Cresce” siamo in attesa dell’arrivo dei fondi dal Ministero per le Infrastrutture. Dalle notizie che abbiamo, entro le prossime settimane dovrebbe arrivare la prima tranche pari al 10% del finanziamento necessario per la fase di progettazione. Anche qui, in particolare per quanto riguarda la zona dell’ex Centro Elisabetta, metteremo in campo un processo di progettazione partecipata con la cittadinanza».