Tristezza e amarezza ad Anzio, dove i pescatori da questa mattina stanno protestando contro il caro carburante tenendo ferme le loro imbarcazioni. Stanno scioperando, non per pigrizia, o per dispetto, ma per disperazione. Con il caro carburante, infatti, i costi per poter svolgere il loro lavoro sono diventati davvero insostenibili.
Game Over
Gli storici pescatori del porto di Anzio si sono arresi. Il loro lavoro, la loro passione, ora non ha più un guadagno. Non vale più la pena, la fatica e, soprattutto, il costo economico impiegato. Ora che il carburante ha raddoppiato il suo prezzo, fare un pieno alle imbarcazioni e uscire a pescare diventa veramente difficile. Oltretutto, vendere il pesce al doppio del prezzo – per continuare ad avere lo stesso guadagno dal loro lavoro – è davvero impossibile e impensabile. Quindi che si fa? Si sciopera, si protesa, ci si ferma… ci si arrende. Da questa mattina decine di pescatori, di famiglie che si sono sempre sostenute con ciò che il mare gli offre, si sono sedute sulla spiaggia di Anzio, questa volta guardando il mare da un’altra prospettiva. Tra di loro scorre tanta tristezza, rabbia e paura per il futuro.
Pesce a peso d’oro
Ma il loro malcontento, molto presto, si allargherà a tutta la popolazione. Si prevedono, infatti, pesanti rincari nel mercato ittico. Già, perchè se nessuno andrà a pesca, non ci sarà più pesce da comprare e da portare in tavola. E quel poco che ci sarà, visto quanto è costato ai pescatori, costerà tanto anche ai consumatori.