La tanto citata Riforma del Catasto 2022 potrebbe essere alla porte. Il disegno di legge, che era stato presentato alla Camera il 29 ottobre scorso Daniele Franco, l’attuale ministro dell’Economia, non dovrebbe produrre ripercussioni fiscali dirette. Tuttavia, i cambiamenti prospettati potrebbero interessare circa 39 milioni di persone fisiche e circa 1,5 milioni di persone giuridiche (cioè intestatari di immobili urbani). E’ una riforma cruciale per il Governo Draghi.
Riforma Catastale 2022: cos’è
Suddetta Riforma prevede, in primo luogo, l’introduzione di alcune modifiche normative essenziali, oltre che operative, per l’emersione di immobili e terreni non accatastati. Per ciascuna unità immobiliare è prevista, poi, non solo la rendita catastale, ma anche il relativo valore patrimoniale in base, quando possibile, ai valori normali del mercato. Si introdurranno, parallelamente, dei meccanismi di adeguamento elastici e periodici, che tengono appunto conto dei cambiamenti.
Gli obiettivi della Riforma
L’obiettivo, come anticipato è quello di far emergere unità immobiliari o terreni non accatastati correttamente o che sulle carte non risultano da nessuna parte. Si punta su strumenti e modelli organizzativi snelli e semplificati che facilitino anche la condivisione di dati tra gli uffici competenti, per via telematica. In particolar modo tra l’Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei Comuni. Alla rendita catastale determinata da normativa, si andrà ad aggiungere anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata.
Cambiamenti previsti
Infine, un altro punto cruciale, riguarderà gli immobili di interesse storico ed artistico. Su questi, verrebbero introdotti degli sgravi che tengono conto di manutenzione e conservazione. Il tutto poi coronato da un aumento considerevole delle zone catastali all’interno delle città. La superficie degli immobili residenziali registratati non verrebbe più calcolata in vani catastali, ma in metri quadri.