“Il 25 Aprile 2015 ad Ardea è stata ripristinata la legalità! La grande opera abusiva è stata demolita, da oggi mi sento più sicuro…. grazie”. Così, in modo ironico, Massimo Morini ha commentato la demolizione della fontana costruita da un gruppo di cittadini settimane addietro sullo spiazzo laterale alle scalette dell’arco d’ingresso alla Rocca. Ma sulla “fontana della discordia” la cittadinanza resta divisa, essendoci chi plaude alla costruzione e chi alla sua demolizione. Sulla questione Simone Erriu del fronte Ardeatino dell’Ncd scrive una lettera aperta al sindaco Luca Di Fiori. “La vergogna ad Ardea non ha più fine: in attesa che l’Amministrazione comunale prendesse qualche iniziativa per il decoro del territorio, da tre anni distrutto ed in stato di abbandono, con angoli del paese coperti di roghi ed ingombranti, un’associazione culturale di Ardea ha preso l’iniziativa – a proprie spese – di sopperire all’inefficienza comunale. Alla bonifica del paese hanno partecipato tanti cittadini, riportando l’antica rocca allo splendore di una volta, e portando alla luce antichità perdute che le nuove generazioni non avevano mai visto prima. Oltre all’opera di bonifica, è stato dato inizio alla costruzione di una fontana ai piedi del castello Sforza Cesarini, in uno spiazzo dove prima c’era una discarica a cielo aperto. Sempre sotto il castello si sono ripulite le grotte che, a causa dell’incuria dell’amministrazione comunale, negli anni erano divenute un ricettacolo di topi ed immondizia. E ora questo sforzo viene in gran parte vanificato con l’abbattimento della fontana, simbolo proprio dell’impegno di questi cittadini. Le forze politiche di opposizione, invece di contrastare lo scempio del territorio da parte dell’amministrazione comunale, se la prendono con una fontana, costruita con gli stessi materiali trovati in loco tra le erbacce, i topi e le immondizie, un’opera che hanno volgarmente definita uno scempio, facendo addirittura un esposto. Caro Sindaco, se la fontana era uno scempio, perché ha permesso di costruirla? Capisco che a questa Amministrazione non possa interessare chiedere permessi postumi, ma lei dimentica che il popolo è sovrano, per lei resta più facile demolire una piccolissima fontana che altro”. Ora tanti cittadini si chiedono: quanti plaudono alla scomparsa della fontana chiederanno al Sindaco se sarà altrettanto solerte a ripristinare la legalità commerciale nei 706 ettari demaniali? Riuscirà a dare esecuzione all’interrogazione del consigliere Tantari, o la legalità ad Ardea in alcune zone è un optional?
Arianna Azzurra Achille
Ardea, abbattuta la “fontana della discordia”
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