D’ora in poi si potrà andare al ristorante all’aperto senza Green pass? Questa è una delle restrizioni che probabilmente vedremo cadere piano piano con l’arrivo del calendario della riduzione delle restrizioni. Da quanto emerge dalle parole del Premier Mario Draghi, allentare le norme anti Covid interessa anche l’ambito del turismo, pressione che va ad aumentare negli altri paesi europei, mentre in Italia va a diminuire se non a scomparire.
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Calendario riaperture: allentare le restrizioni per favorire il turismo
Il turismo necessita di un rilancio immediato per poter contrastare la concorrenza di altri paesi come Spagna e Grecia. Entrambe hanno velocizzato i tempi di riapertura ottenendo moltissime prenotazioni. Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, ha espresso la sua opinione riguardo il basso tasso di turismo in Italia: “Noi, invece, siamo frenati da regole confuse e contraddittorie. E così i visitatori stranieri non vengono”. In merito all’allentamento delle restrizioni, il presidente Mario Draghi ha utilizzato il termine “graduale” . Per questo Bocca ha espresso la sua preoccupazione evidenziando che ogni giorno è fondamentale e che più giorni passeranno prima di prendere delle decisioni e più sarà complicato riattivare il turismo nel nostro paese.
Il piano per eliminare le restrizioni
Il governo oscilla tra varie ipotesi: eliminare gradualmente l’obbligo del Green pass in primavera all’interno degli hotel, riscrivere le regole in vigore fino al 15 Marzo riguardo chi entrerà in Italia da paesi extra europei. Ai turisti si valuta di chiedere non solo la certificazione di avvenuta vaccinazione ma anche il risultato negativo di un tampone molecolare o antigenico. Anche se, eliminare l’obbligo di tampone negativo per i turisti vaccinati, darebbe un’enorme spinta al settore terziario. Inoltre, il sito Viaggiare sicuri ha spiegato “a coloro che provengono da uno Stato estero e sono in possesso di un certificato di avvenuta guarigione o avvenuta vaccinazione con un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente in Italia, nel caso in cui siano trascorsi più di sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale o dalla guarigione, è consentito l’accesso ai servizi e alle attività per i quali è previsto il Green Pass Rafforzato previa effettuazione di un tampone”. Questo vale anche per chi ha effettuato vaccinazioni con vaccini non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti nel nostro paese. In poche parole, se sei un turista straniero e ti sei vaccinato da più di sei mesi (o se hai effettuato la vaccinazione con Sputnik) prima di sedersi al ristorante bisognerà sottoporsi a tampone. Questa limitazione cadrà dopo il 31 Marzo, in quanto principale causa del calo del turismo in Italia. Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale per gli over 50, è da escludere che venga eliminato sul posto di lavoro, prima della scadenza naturale del 15 giugno ma si parla anche di una proroga. Il professore Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, dichiara che la sicurezza dei cittadini dipende dalle coperture vaccinale che vanno, secondo lui, ulteriormente rafforzate e dalle cautele comportamentali. Il dato che preoccupa però è la percentuale di italiani non ancora vaccinati: 2 milioni circa. Questi due milioni hanno ottenuto però la certificazione verde in seguito alla guarigione da Covid-19. Una volta però, che saranno passati i quattro mesi dalla negativizzazione, la loro immunità crollerebbe e rinunciare in maniera totale al Green pass porterebbe ad un aumento di coloro che il virus potrebbe colpire in maniera aggressiva.
Quando cessa l’obbligo di Green Pass: regole ancora confuse
Quando si parla di eliminare le restrizioni, cessare l’obbligo di green pass sembra esser sempre più improbabile. Ci si riferisce invece ad altro: aumento della capienza permessa negli stadi, nei palasport e nelle discoteche; potrebbe non servire più la certificazione verde per entrare all’interno di negozi o centri commerciali, sedersi all’aperto di bar e ristoranti a partire dal 31 marzo. Bocca dice: “un hotel non è un negozio che alza la saracinesca, il passante vede che è aperto ed entra. Il turista prenota con molto anticipo, soprattutto quello straniero. E se oggi non sa quali regole saranno in vigore in Italia, andrà in Spagna o in Grecia dove di fatto tutto è aperto. In Spagna neppure sanno che cosa sia il Green pass”- continua affermando – “l’Italia, diversamente dall’Europa, aveva ridotto a 180 giorni la validità del pass. Ma nelle altre nazioni invece dura nove mesi. Così succedeva che un turista francese, con un pass magari rilasciato sette mesi prima e dunque perfettamente valido per le regole del suo paese, non poteva entrare in hotel. Ora la regola è stata cambiata ma comunque gli si chiede un tampone. Secondo lei, quel turista francese per Pasqua tra Madrid, in cui ci sono poche regole e chiare dove può andare senza tampone, e l’Italia dove invece gli chiediamo il tampone e ci sono tante regole confuse, dove prenota? Sembra quasi che facciamo di tutto per complicare la situazione.” Infine, il leader degli albergatori italiani, afferma che l’andamento dell’epidemia, nonostante queste poche restrizioni, non è peggiore in Spagna.