Non basta essere più volte campionessa di judo a soli 13 anni per essere ammessi all’indirizzo scientifico-sportivo del liceo Blaise Pascal di Pomezia. Già, perché per avere accesso a questa scuola serve invece una dote molto più importante: la fortuna. Ed essere estratti dal cilindro. Quindi, la bravura nulla conta contro la buona sorte, nonostante sia stato richiesto il curriculum sportivo.
“Non si possono scaricare su studenti e famiglie i danni causati da 15 anni di tagli e dalle incapacità degli enti locali di trovare spazi adeguati per le aule” ha dichiarato il deputato di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Questi danni però continuano ad avere ripercussioni su giovani studenti. Questo è il caso del liceo Blaise Pascal di Pomezia che torna protagonista delle polemiche cittadine.
Tante richieste ma zero spazio
Per i ragazzi che frequentano la terza media e che tra qualche mese dovranno sostenere i loro primi esami, questo è il periodo più importante. A settembre dovranno iniziare a frequentare un istituto superiore che andrà a influenzare notevolmente il loro futuro. Le domande d’iscrizione sono già state inviate tramite il sito Ministero dell’Istruzione e hanno già ottenuto risposta. Purtroppo molte di queste non hanno avuto un riscontro positivo a causa dei problemi logistici. A Pomezia, il liceo Blaise Pascal ha più volte lamentato la mancanza di spazi e nel corso dell’anno antecedente alla pandemia, molti alunni erano costretti a seguire le lezioni nei vari laboratori (tra becher, cilindri graduati e bilance di precisione) o nelle aule 3.0 che, essendo destinate all’intero corpo studentesco, erano costretti a lasciare ogni qual volta una classe ne richiedeva l’utilizzo. Inoltre, il liceo offre da qualche anno anche l’indirizzo scientifico-sportivo di cui però, come annunciato dalla preside Laura Virli sul sito della scuola, si formerà una sola classe.
Iscrizioni bocciate o accettate a seconda…della sorte
Su 79 studenti e studentesse hanno mandato la richiesta d’iscrizione presso il liceo Blaise Pascal a indirizzo scientifico-sportivo ma solo 27 di loro sono stati accettati. Più della metà di quei ragazzi si è sentito dire dai propri genitori che non è stato accettato, che i suoi sacrifici a livello sportivo e scolastico non sono stati abbastanza perché non avendo ottenuto un punteggio soddisfacente è andato al sorteggio e ha perso contro la sorte. Così quei 52 ragazzi dovranno andare alla scuola selezionata come seconda scelta, quella scuola che avranno selezionato ritenendola un’opzione “in caso estremo”. Così è successo ad una ragazza di 13 anni residente nel Comune di Pomezia, che alla sua giovane età è stata due volte campionessa italiana di Judo, ricevendo il 7 Novembre 2021 un riconoscimento dal Sindaco di Pomezia, Adriano Zuccalà. Nonostante questo, però, la giovane campionessa è una di quei 52 studenti che dovranno rinunciare al loro sogno, rimandarlo o ricrearlo. In seguito alla pubblicazione della graduatoria definitiva del liceo, il padre della ragazza ha subito espresso il suo disaccordo, non per la non ammissione della figlia ma quanto per il metodo utilizzato: un semplice sorteggio, un giro su una roulette russa che ha segnato il destino di più di 50 studenti. Il genitore della tredicenne, ha scritto su Facebook e su Instagram un post di protesta indirizzandolo al liceo Blaise Pascal di Pomezia, ai cittadini del Comune e a tutti i genitori che hanno dovuto fare la stessa dolorosa cosa: dire ai propri figli che non sono stati abbastanza.
“Un ‘doveroso ringraziamento’ al Liceo Scientifico Blaise Pascal di Pomezia. Per l’accesso all’unica classe disponibile dell’indirizzo sportivo, si è reso necessario selezionare 5 ragazzi (per 5 posti rimasti disponibili) fra gli 8 che avevano ottenuto lo stesso punteggio. L’istituto d’Istruzione ha deciso di procedere con un sorteggio. Sì, proprio un sorteggio. Lo stesso Liceo che nel dicembre del 2020, ha approvato una mozione che consentisse l’ammissione solo agli studenti con la media più alta.
Un sorteggio di 30 secondi circa, che ha infranto desideri lunghi 2 anni. Eppure, era stato chiesto di inviare via mail, il curriculum sportivo dei ragazzi. Sarebbe bastato aprire quelle mail e valutarle. Non parlerò dei titoli sportivi della ragazza in questione (sono reperibili) perché non è questo il punto. Ora dovrò solo spiegare a mia figlia che i discorsi sulla meritocrazia sono solo chiacchiere e che nella vita va bene l’impegno ma la fortuna conta di più. Per questo rinnovo il mio ringraziamento al Blaise Pascal, perché in 30 secondi mi ha dato un insegnamento di vita (che tramanderò a mia figlia) che alla mia età non avevo ancora compreso appieno”.