Animali maltrattati, vestiti da pagliacci e fatti saltare nel fuoco. Nulla di tutto questo accade nel Rony Roller Circus ma la maggior parte delle persone continua a rivestire di pregiudizi i circensi. Il Comune di Fiumicino consente l’esibizione della compagnia a condizione che non vengano portati in scena gli animali. Il Rony Roller Circus è una struttura con licenza di circo equestre riconosciuta dal Governo Italiano, collabora con la Caritas, si esibisce davanti al Papa in Vaticano. Tutto questo sarebbe stato possibile per un circo che maltratta o tiene in pessime condizioni gli animali?
Il divieto e la rabbia del circo
“I veterinari hanno dato il nulla osta all’utilizzo degli animali dopo aver visto come li trattiamo, dove vivono, come stanno di salute e come verranno utilizzati ” – spiega il direttore del circo Alberto Vassallo. Nonostante sia tutto sia conforme alle regole fissate dallo stesso Comune e utilizzate senza problema negli scorsi anni, al circo è stato proibito di mettere in scena spettacoli con animali. Infatti, Vassallo ha continuato affermando che “dal punto di vista legale ci siamo attenuti in maniera precisa al regolamento comunale. Abbiamo comunicato il nostro arrivo fin da ottobre, abbiamo montato il tendone come da disposizioni, abbiamo aspettato l’arrivo dei veterinari della Asl“. Inoltre, gli animali sono visibili giorno e notte permettendo a tutti di vedere con i propri occhi le condizioni in cui vivono. Ma tutto questo non è stato bastato a convincere il Comune di Fiumicino. Questo è un colpo durissimo per la compagnia e per il circo in generale dato che gli animali sono l’attrazione principale, che attira sia i bambini curiosi vedere un elefante o un leone dal vivo e sia gli adulti che non si stancano mai di risentirsi piccoli per qualche ora. “Faremo ricorso al Tar perché siamo nel giusto”, continua il direttore.
“Siamo molto dispiaciuti delle polemiche attuali innescate dalla decisione del Comune di Fiumicino – aggiunge Rony Vassallo, responsabile benessere degli animali – e ci fa ancor più specie che nei due anni di lockdown nei quali non abbiamo lavorato, nessun animalista si sia avvicinato per sapere come stessero gli animali, se soffrissero il fatto di stare fermi, se avessero bisogno di cibo stante il fermo degli spettacoli e dunque lo stop anche delle entrate economiche. Nessuno. A nessuno è importato nulla di capire che stessero quegli stessi animali che oggi si dice a gran voce di voler difendere, non si sa da cosa. Per fortuna tanta gente ha capito il nostro spirito, la nostra professionalità e il nostro amore, e ci sta chiedendo degli spettacoli. Che, ripetiamo, si faranno”.
Come i circensi trattano gli animali
“I nostri animali fanno solo cose che sono nella loro natura. Non vengono vestiti da pagliacci né saltano nel fuoco o altre cose che in qualche modo ledono la loro dignità, che per noi è sacra, o sono pericolose. Non solo, ma sono animali che vivono con noi da sempre, nati in cattività, incapaci di essere reinseriti nelle savane. Per quanto possa sembra strano, i nostri leoni e i nostri elefanti sono animali domestici, abituati a stare con l’uomo. E vivono in spazi ampi”, specifica la responsabile rapporti con i media Alessia Dell’Acqua. Anche la responsabile relazione esterne Laura Busnelli prende parola battendosi contro la nota del Comune e spiega che gli animali fanno parte della loro famiglia, “Sono cresciuti con noi e noi con loro“. Infine, la Busnelli termina affermando, col cuore in mano, che alcune tigri essendo molto anziane non hanno la forza per entrare in pista ma sono comunque accudite come se fossero anziani di famiglia: vengono curate, coccolate e soprattutto amate. “Non conta se non possono scendere in pista, sono parte di noi”.