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Stroncato a soli 44 anni il Caporalmaggiore dell’Esercito Cosimo: era di stanza a Roma

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cosimo corbacio

Non ce l’ha fatta Cosimo Corbacio, il Caporalmaggiore dell’Esercito Italiano, stroncato a soli 44 anni da un male incurabile dopo un calvario di tre mesi. Il militare era di stanza a Roma, alla Cecchignola, fino a poco meno di un mese fa quando aveva chiesto e ottenuto il trasferimento in Puglia, sua terra d’origine.  Purtroppo però Cosimo non è riuscito a vincere la battaglia più difficile della sua vita ed è morto pochi giorni fa. Lascia la moglie e un figlio. 

Roma, addio al Caporalmaggiore Cosimo Corbacio: aveva 44 anni

Il militare era originario di Monopoli (Bari). «Era un ragazzo umile, riservato, preciso, energico e onesto – lo ricorda oggi la sorella Anna – era un uomo di fatti e non di parole: non si vantava e non amava il trionfalismo. Faceva tanti sacrifici. È andato in missione in Iraq, Kosovo, Bulgaria e Albania». A maggio del 2021, a Monopoli, non aveva esitato a tuffarsi in mare per salvare un anziano che stava per annegare

Ha lavorato sempre lontano da casa e dalla sua famiglia: per tanti anni a Remanzacco, in provincia di Udine, poi due anni fa ha ottenuto il trasferimento a Roma. «Lo scorso 10 gennaio, un mese fa, era stato trasferito alla caserma Vitrani di Bari: solo sulla carta, perché lì non ci è mai arrivato – spiega la sorella – Ci sperava in questo trasferimento per stare con il figlio di sei anni, dato che la moglie e il bambino vivevano a Monopoli: arrivava il venerdì sera e andava via la domenica a pranzo».

Esercito, Cosimo Corbacio stroncato da un male: il suo servizio alla Cecchignola 

Il ragazzo era molto conosciuto in quanto è stato anche autista delle autorità di Roma nelle vesti di militare presso la caserma dell’esercito Cecchignola sino all’ottobre scorso. Per motivi di salute gravissimi aveva dovuto abbandonare fisicamente la caserma e, come visto, aveva chiesto di poter far rientro nella sua terra d’origine.

La sua malattia non gli ha però lasciato scampo: «Lo scorso 31 ottobre gli era stato diagnosticato il male del secolo e in soli 3 mesi il “maledetto” lo ha aggredito con tanta ferocia, facendogli conoscere le sofferenze e i dolori più atroci e strappandolo definitivamente alla vita il 5 febbraio scorso», racconta commossa la sorella.

 

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