Roma. Certo il medico è una professione, e in quanto tale sono previste ore di lavoro e ore di riposo. Ore e giorni di riposo sicuramente anche necessari e propedeutici alla professione stessa, perché il lavoro venga fatto nel migliore dei modi. Tuttavia, è bene anche ricordare che il servizio prestato dal medico è di tipo sanitario, cioè rivolta ad esseri umani in difficoltà, e che spesso buona parte della guarigione è affidata all’empatia e alla umanità di colui che si occupa dei pazienti. Essere fiscali fino al midollo sul proprio giorno libero, senza curarsi minimamente delle richieste di un paziente, non è certamente un esempio di virtù lavorativa. Soprattutto se il paziente in questione è appena stato dimesso da un trauma cranico e deve iniziare da subito la terapia farmacologica.
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Le chiamate senza risposta durante il Covid
Del resto, anche durante il periodo pandemico, non sono stati pochi i medici che hanno trattato i loro pazienti solamente attraverso dei messaggi Whatsapp. In quei rari casi in cui erano reperibili. Alle volte basta poco per aiutare i propri pazienti, come il tempo che ci vuole per prescrivere una ricetta medica. Quella che vi raccontiamo è la storia di una caso singolo, però emblematico di quello che spesso accade nella medicina odierna, completamente disumanizzata, ”capitalizzata”, equiparata a tutti gli effetti ad una prestazione precisa che non ammette eccessi di umanità.
Il caso di oggi a Roma
A scriverci in redazione è stato Claudio, cittadino romano, il quale ci ha raccontato la sua storia. Claudio ha una madre che è stata proprio oggi, 12 febbraio 2022, dimessa dall’ospedale Pertini di Roma. La donna è stata vittima di un trauma cranico e facciale con frattura della parete laterale dell’orbita a causa di una caduta brusca. La donna, per fortuna è stata dimessa, ma per lei le disgrazie non sembrano avere fine. E’ stata dimessa oggi, cioè un sabato come tanti. E di sabato, certamente, il medico che segue la donna non lavora perché ha il giorno libero.
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Il medico non lavora, e lei non può iniziare la terapia
Nulla, neppure il tempo di un messaggio o di una chiamata (che sembra davvero essere un’esagerazione al giorno d’oggi) per tranquillizzare di persona Claudio e la madre sull’attesa. Figuriamoci il tempo di una ricetta. Infatti, i medicinali prescritti per le cure che hanno bisogno della prescrizione medica e non possono essere né acquistati né reperiti in altro modo. Infatti, Claudio si è rivolto alla guardia medica di via Lampedusa, la quale ha risposto freddamente che non sono medicinali urgenti e che di può aspettare benissimo anche fino a lunedì. E, come se non bastasse, il medico ha il suo turno di reperibilità lunedì si, ma di pomeriggio. Claudio è sconfortato, ed è preoccupato per la saluta di sua madre: ”sottolineo che il mio medico lunedì è di orario pomeridiano e mia madre doveva iniziare la terapia da questa sera”. Ora dovrà attendere forzatamente lunedì pomeriggio, se le andrà bene. Senza che nessuno possa farci nulla.