Roma. Uno statuto risalente al primo dopoguerra? Assolutamente no. Si tratta delle regole odierne di adesione al Circolo Canottieri dell’Aniene di Roma, in cui si evince chiaramente l’esclusione delle donne dalla partecipazione. Le donne, parafrasando, non possono prendervi parte, a meno che non abbiano meriti sportivi di qualche sorta.
Niente donne ”comuni” al circolo canottieri di Roma
Solo il successo, come spesso accade anche in diversi livelli della società, garantisce loro l’adesione e quindi l’accoglienza all’interno. Altrimenti, rimane un’esclusiva maschile. Ecco, allora, che la Roma che conta, quella con un certo peso non solamente sociale, esclude di fatto le donne sebbene non in modo molto esplicito. Il fatto è emerso grazie ad un articolo di Viola Giannoli per Repubblica, in cui la giornalista passa in rassegna lo statuto del rinomato circolo.
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Suffragio universale maschile
Seguendo la Giannoli, lo statuto recita: “I soci effettivi sono le persone di sesso maschile che hanno compiuto i diciotto anni”. Dunque, la maggiore età e il sesso maschili sono condizione necessaria e sufficiente per poter prendere parte all’esclusiva. Andando più avanti nello statuto, bisogna arrivare alla dicitura “soci per meriti sportivi” prima di poter leggere finalmente la formula “di ambo i sessi”. Tuttavia, resta chiaramente specificato che solo “se di sesso maschile” acquistano “tutti i diritti dei soci effettivi”. Una situazione già vista si, ma molti anni fa, quando il suffragio universale era ancora una meta da raggiungere.
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Le uniche socie onorarie
Di fatto, accade che ad avere il diritto di voto all’interno del circolo e ambire a cariche sociali sono solamente le cosiddette “socie onorarie”. Personalità di un certo rilievo, la cui caratura precede sicuramente il loro sesso: Federica Pellegrini, Flavia Pennetta, Josefa Idem, Banti e Quadarella. Questa possono si, ambire a diventare anche presidenti, ma cosa succede quando a votare sono solamente maschi?