Il quartiere di Pomezia Campo Jemini ha aderito alla campagna di prevenzione contro il crimine dallo slogan “Il miglior antifurto è il tuo vicino”. Massimiliano Villani (portavoce di Campo Jemini): “Soddisfazione per essere i primi a Pomezia, cercheremo di partire già dalla prossima settimana”. Ai nostri microfoni abbiamo intervistato Francesco Caccetta (criminologo) tra i soci fondatori del progetto.
Recuperare i valori fondamentali della coesione e della collaborazione tra vicini di casa. E’ questo, in estrema sintesi, il pilastro portante del progetto “Controllo del vicinato” che persegue l’obiettivo di risvegliare il senso di appartenenza ad un determinato territorio per ridurre al minimo le possibilità di attacchi “esterni”, quali furti o altri crimini. Di questo ed altro si è parlato Domenica scorsa, presso il Campus Selva dei Pini, nell’incontro promosso dal Comune di Pomezia al quale hanno partecipato i cittadini ed i rappresentanti dei Comitati di Quartiere, tra i quali quello di Campo Jemini. Proprio Campo Jemini sarà il primo quartiere a Pomezia ad aderire all’iniziativa. “Siamo orgogliosi di essere i primi a partire nella nostra città – ha dichiarato Massimiliano Villani, membro del CdQ e portavoce del “Controllo del vicinato” per il quartiere -, speriamo che i nostri concittadini ne comprendano l’importanza. Purtroppo oggi viviamo in una società dove le forze dell’0rdine non riescono più a coprire da sole il territorio e pensare di chiedere nuove caserme o di incrementarne la presenza tra i cittadini, data l’attuale congiuntura economica, è cosa pressoché impossibili. E allora dobbiamo essere noi a tornare gli “occhi” e le “orecchie” dei nostri territori ritrovando quel senso di collaborazione che abbiamo un po’ perso”. Villani ha poi fatto il punto per quel che riguarda le tempistiche con cui l’iniziativà diventerà effettivamente operativa. “Dopo Pasqua ci incontreremo e programmeremo nel dettaglio le modalità per l’avvio del progetto, che contiamo di rendere attivo sin da subito. Siamo già oltre 50 persone ma puntiamo a coinvolgere altri cittadini. Io fungerò al momento da portavoce – il portavoce sarà colui che si interfaccerà con le forze dell’ordine in modo tale da ottimizzare le segnalazioni e le richieste d’intervento – tuttavia cercheremo anche qualche altro volontario per questo ruolo per avere sempre un presidio fisso sul territorio“. Campo Jemini entrerà così a far parte degli oltre 100 Comuni che hanno già aderito al’iniziativa. Ma in cosa consiste nel dettaglio il progetto “Controllo del vicinato” e cosa comporta per chi intende farne parte? All’atto pratico chi aderisce all’iniziativa non deve fare molto di più di quanto il buon senso non suggerisca: evitare di “creare” occasioni per potenziali ladri (es. lasciare oggetti di valore in auto o le chiavi fuori dall’abitazione), segnalare tempestivamente qualunque attività insolita alle forze dell’ordine o ai propri portavoce – segnalazione che però devono essere “qualificate” per non intasare i centralini inutilmente (es. segnalare un’auto sospetta indicandone il numero di targa), vigilare nel proprio piccolo ma tutti insieme sul proprio quartiere in modo da intervenire in caso di eventuali problemi. Ogni territorio aderente verrà munito di segnaletica stradale indicante l’appartenenza al “Controllo del vicinato” in modo tale da rendere noto a potenziali criminali la presenza di tale collaborazione tra i cittadini, che molto spesso si è rivelato – nelle zone dove è già attivo il progetto – un deterrente efficace. Non si tratta – è bene e doveroso sottolinearlo – di ronde o di viglilanza armata perché tutte queste iniziative, come ribadiscono gli stessi fondatori del progetto, appartengono esclusivamente alle forze dell’ordine e nessuno, per alcuna ragione, è tenuto ad improvvisarsi agente o mettere in atto inutili eroismi; piuttosto, come accennato, l’obiettivo è quello di instaurare tra i cittadini e le forze della sicurezza pubblica, una collaborazione reciproca (catene di chiamate, chat, messaggistica instantanea, come vedremo nel dettaglio più avanti) in modo da rendere più sicuro il proprio territorio. Di conseguenza, messi in atto questi ed altri accorgimenti, i vantaggi che un cittadino può ottenere sono molteplici: maggior sicurezza per la propria famiglia, la consapevolezza di far parte e di rappresentare un gruppo coeso di persone pronto a collaborare all’occorrenza, la possibilità di instaurare con le forze dell’ordine un rapporto diretto e proficuo per tutti. Ma come si aderisce al progetto? Innanzitutto è bene precisare – come avrete modo di ascoltare anche dalle parole di Francesco Caccetta nell’intervista (audio) qui sotto riportata – aderire al “Controllo del vicinato” non costa nulla. Viene effettuata una formazione sui cittadini dei quartieri aderenti in modo da conoscere le regole base per una prevenzione attiva del territorio; per farlo si deve inoltrare, tramite la propria Amministrazione o come gruppo di cittadini, una richiesta al gruppo del “Controllo del Vicinato” (www.controllodelvicinato.it) in modo da fissare una prima riunione di presentazione (si tratta comunque di un marchio registrato quindi l’adesione al progetto è comunque subordinata all’approvazione da parte del gruppo stesso). Ma di questo e di molto altro abbiamo parlato con il Dott. Francesco Caccetta – Criminologo – tra i soci fondatori del “Controllo del Vicinato” che ci ha spiegato nel dettaglio l’iniziativa.
Massimiliano Gobbi
L’intervista al Dott. Francesco Caccetta
1) Impossibile non partire da una domanda semplice ma al tempo stesso essenziale: in cosa consiste il progetto “Controllo del vicinato”?
2) Ad oggi quanti comuni o zone hanno aderito a questa iniziativa?
3) Il bilancio del programma fino ad oggi è positivo? Nelle zone sottoposte al “controllo del vicinato” sono stati registrati risultati significativi, anche in termini di riduzione dei furti?
4) Quali sono i vantaggi per un cittadino di far parte di “Controllo del vicinato”?
5) Partecipare a questo progetto ovviamente non si traduce nell’improvvisarsi agenti delle forze dell’ordine bensì di collaborare con esse senza mettere in atto inutili eroismi, di fatto. E’ questa l’essenza del progetto, ovvero puntare tutto su questo tipo di collaborazione?
6) Oggi la società promuove modelli assolutamente individualistici dove ognuno cerca di curare i propri interessi e nulla più. Il vostro progetto però va in controtendenza: come si può ritrovare questo spirito di coesione fra vicini di casa e come voi volete farne capire, concretamente, l’importanza alle persone cui sottoponete il progetto?
7) Veniamo all’incontro avuto con il Comune di Pomezia Domenica scorsa. Quali quartieri hanno aderito al progetto e che tipo di risposte avete ricevuto?
8) In chiusura quali sono le linee d’azione che avete intenzione di intraprendere nei prossimi anni?