Variante Omicron. Abbiamo imparato a conoscerla, in molti anche direttamente, sperimentando su sé stessi gli effetti del contagio e subendo reclusioni infine, con tutti i problemi derivanti dagli inter burocratici. Un’opera kafkiana, per chiunque sia rimasto vittima del contagio. Ma per chi ancora non lo è stato, cosa si può fare per evitarlo?
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Vademecum contro diffusione Omicron
La riposta cerca di darla il magazine della Fondazione Veronesi, che ha pubblicato un vademecum con le domande più frequenti degli italiani sulla variante Omicron. Certo, il senso è quello di ridurre al minimo le occasioni di contagio e quindi di diffusione virale, soprattutto nei confronti delle persone più fragili. Tra i vari punti e questioni affrontate, il più gettonato è: cosa fare in caso di contatto con un positivo? Dunque, dopo aver avuto un contatto con una persona positiva al Covid-19, ci sono due strade da dover prendere.
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Sintomi: si o no?
Se compaiono sintomi evidenti, è necessario fare subito un tampone. Nel caso sia negativo, ripeterlo dopo 2-3 giorni dalla loro comparsa. Sappiamo bene come una delle caratteristiche di Omicron sia proprio quella di riuscire a sfuggire ai rapidi, anche più volte, quindi meglio essere sicuri. Nel caso, invece, in cui non si manifestino sintomi tipici della variante in questione, sarà opportuno attendere qualche giorno in più dal contatto (almeno 5-6 giorni) prima di ripetere il test anti Covid. In qualunque caso, comunque, è fortemente raccomandato mettersi in quarantena fino a esito negativo del tampone.