Il virus corre, la pandemia non si può dire ancora sconfitta e i contagi in Italia, anche per ‘colpa’ della variante Omicron, sono in aumento. Solo ieri si sono registrati oltre 78.000 casi positivi, 202 morti, con un aumento di terapie intensive e ricoveri (tasso di positività al 7,6%). Dati leggermente lontani da quelli dell’anno scorso quando l’Italia era in una sorta di lockdown per le festività, numeri che però continuano a spaventare, con le Regioni che cercano in tutti i modi di accelerare la campagna di vaccinazione, di spingere con le dosi booster.
Lockdown per i no vax?
E se da una parte il Governo ha cercato di correre ai ripari con il Decreto Festività, che di fatto impone l’utilizzo del Super Green Pass per partecipare alla ‘vita sociale’, indispensabile ora per bere anche un caffè al bancone, dall’altra c’è chi chiede a gran voce di istituire un lockdown solo per i no vax. E’ di questo parere Eugenio Giani, il presidente della Toscana, che in vista della cabina di regia del Cts di oggi ha dichiarato: ‘Faccio un appello, affinché il Governo vada verso quello che per il contrasto al Covid è necessario: l’obbligo vaccinale o il lockdown per i non vaccinati, sul modello di quanto fatto in Austria e Germania’. Proprio oggi, infatti, gli esperti si riuniranno per decidere le nuove ‘regole’ sulla quarantena e l’isolamento, soprattutto per chi è vaccinato e ha avuto un contatto con un positivo. E se c’è chi, come Matteo Bassetti, è d’accordo su una riduzione della quarantena, c’è anche chi come Alessandro Vergallo, presidente dell’Associazione anestetisti rianimatori ospedalieri italiani, vede di buon occhio un lockdown per i no vax. Forse più efficace rispetto alla ‘mini quarantena’ di cui tanto si parla in questi giorni.
Lockdown per i no vax a gennaio 2022: le ipotesi
All’Adnkronos, Vergallo ha spiegato: “Sotto il profilo sanitario, l’abbiamo visto in Germania, è più efficace un lockdown per i non vaccinati che andare a ridurre la quarantena per i contatti di un positivo. Ma sono scelte che deve fare la politica, tenendo conto anche di un equilibrio con le attività economiche e sociali del paese”. Poi ha lanciato l’allarme: “Abbiamo ancora 3-4 settimane prima che le terapie intensive arrivino a riempirsi. E’ il tempo che passa tra un contagio, la progressione della malattia severa, il ricovero e la terapia intensiva. A metà gennaio potremmo avere i posti letto di rianimazione Covid totalmente occupati”.