Pare si chiami “No Booster” il nascituro movimento che sta prendendo piede proprio in quest’ultimo periodo. Fa eco ai “No vax”, e, di fatto, si muovono su pensieri affini. Chi sono i “No Booster”? Si tratta di persone che hanno completato il primo ciclo vaccinale ma che non vogliono effettuare la terza dose, appunto, la “booster”. I motivi che li animano sono svariati e vanno da chi teme per la salute a chi ritiene che le vaccinazioni siano lesive della libertà.
“No Booster”: chi sono
«Quella fetta di popolazione che di sottoporsi alla terza iniezione anti-Covid nel giro di cinque mesi (o più) proprio non ne ha intenzione. Gli ‘scettici’ del richiamo sono animati da motivazioni diverse ma affini. Si va da chi teme una reazione più forte rispetto alle prime due, passando per chi giudica il booster superfluo, fino a quelli che si dichiarano stanchi della pandemia e ormai privi di fiducia in esperti e autorità. E così, all’unisono, decretano: ‘Noi la terza dose non la facciamo’», queste le parole di Adalgisa Marrocco su HuffingtonPost, in cui cerca di dare una definizione al fenomeno. E ancora: «Basta fare un giro sui social network per trovare messaggi di vaccinati che si dichiarano riluttanti al richiamo.» Queste alcune dichiarazioni espresse sui social: “Non lo farò! Sono stata male con le prime due dosi e ho avuto aggravamento dell’asma, ma tanto non c’è correlazione. Se avrò dubbi farò un tampone”, oppure: “Sono vaccinato e il Green pass lo uso solo per il lavoro (e già lo trovo umiliante). Ristoranti e bar mi hanno perso come cliente. Non farò la terza dose. Voglio la promozione a No Vax. Non voglio avere nulla in comune con chi discrimina una parte della popolazione”.
L’indagine di EngageMinds HUB
EngageMinds HUB, il Centro di ricerca dell’Università Cattolica di Cremona, ha avviato un indagine in tal senso. «Un italiano su tre è dubbioso (33%), mentre uno su dieci si dichiara apertamente contrario e addirittura il 30% sostiene che la terza dose non è necessaria», questo quello che emerge dalla ricerca. La maggior parte dei “No Booster” è negli Over 60 (6,6 milioni), ma numeri significativi si riscontrano anche tra gli Over 80 (1,7 milioni).