Venerdì 27 febbraio si è svolto quello che doveva essere l’ultimo Consiglio comunale presieduto da Antonino Abate che, da facente funzioni, ormai da tre mesi presiede l’assise in sostituzione del dimissionario Massimiliano Giordani.
Si sarebbe dovuto finalmente eleggere il nuovo presidente che, come da prassi, e designato dalla maggioranza. Voci accreditate davano ormai per scontata l’elezione del kilovotato Fabrizio Acquarelli, già capogruppo dimissionario del nuovo gruppo di Forza Italia, nato dallo scioglimento del PDL.
È proprio a quella nascita che si possono far risalire i guai della maggioranza che sostiene il Sindaco Luca Di Fiori: Luca Fanco, pur non schierandosi tra i banchi dell’opposizione, dichiara ufficialmente di non sostenere più il sindaco che ha contribuito a far eleggere, Nazareno Sperandio, entrato in surroga del dimissionario Riccardo Iotti, aderisce al gruppo NCD, mentre Policarpo Volante, Franco Marcucci, Alberto Montesi e Mauro Iacoangeli fondano addirittura un nuovo gruppo consiliare denominandolo UDA – Unione democratica Ardeatina. Tutti gli altri aderiscono al nuovo gruppo di Forza Italia.
Senza ripercorrere ora gli otto mesi di crisi politica di questa maggioranza, che hanno visto rimpasti di giunta e dimissioni da ogni ruolo istituzionale, ricordiamo solo quelle clamorose del Sindaco e del presidente del Consiglio Massimiliano Giordani.
Le dimissioni del Sindaco durarono meno della fase lunare di dicembre, perché a poche ore dalla scadenza ultima che la legge gli consentiva, Luca Di Fiori le ritirò; solo apparentemente segnando l’inizio di una nuova fase della consiliatura ormai ricucita. Era la fine di dicembre dello scorso anno e da li a poche ore, dichiarò il sindaco, si sarebbero ripresi i lavori partendo dalla nomina dei nuovi assessori per concludersi nel breve con l’elezione del nuovo presidente.
Son dovuti passare invece ancora tre mesi per completare la giunta e quella di venerdì doveva essere finalmente l’occasione di vederla tutta schierata a fianco del sindaco; in particolare l’attenzione era tutta per gli ultimi arrivati: “lo straniero” Raimondo Piselli, imprenditore di Pomezia, e l’architetto Massimiliano Orakian professionista di Ardea.
Inoltre all’ordine del giorno, il diligente facente funzioni Antonino Abate, aveva inserito il punto che prevedeva l’elezione del nuovo Presidente. Massimiliano Giordani era stato quasi costretto alle dimissioni perché su di lui pendeva il giudizio dell’aula che avrebbe discusso della sua sfiducia richiesta a seguito del deplorevole comportamento da lui tenuto in occasione dell’approvazione del bilancio preventivo 2014; nessuno potrà dimenticare che, togliendo la parola perfino al sindaco, mise ai voti il bilancio negando un sacrosanto diritto all’opposizione di discuterlo.
E invece tutto è andato difformemente a quanto era stato concordato in sede di riunione dei capigruppo. Dopo essersi presentati compatti all’appello della seconda chiama, e dopo aver votato solo per l’approvazione del verbale della precedente seduta, tutti i componenti del gruppo di Forza Italia ai quali all’ultima ora si era aggiunto anche “il girovago” Alberto Montesi, si sono alzati ed hanno abbandonato l’aula. Non è passato inosservato anche il fatto che, pur presenti tra il pubblico, non hanno occupato i loro posti in aula i due nuovi assessori che a questo gruppo fanno riferimento.
Il Presidente Antonino Abate – concedeteci di chiamarlo così anziché “facente funzioni” perché di fatto in tre mesi da solo sta portando avanti un ruolo che politicamente non gli compete – si è trovato in difficoltà e ha dovuto fare scelte difficili.
“Ho dovuto scegliere tra il dichiarare sciolta la seduta e l’andare avanti prendendo tempo per consentire la ripresa dei lavori che prevedevano due importantissime ed urgenti delibere” ci ha dichiarato Abate. Era visibilmente irritato il Presidente alla chiusura dei lavori e le sue parole sono uno sfogo a cuore aperto: “Noi consiglieri del PD siamo stati ingiustamente criticati in questo periodo; ci hanno accusato, anche dal nostro interno, di aver sostenuto questa maggioranza litigiosa e ferita senza capire che, invece, abbiamo lavorato per non aumentare i danni che i cittadini ogni giorno sono costretti a subire.”
Prosegue poi Abate: “Oggi dovevamo deliberare ed approvare due tra i numerosi debiti fuori bilancio emersi, per specifica richiesta della Corte dei Conti, lo scorso anno. Otto milioni di debiti che hanno contribuito a mettere in ginocchio le nostre finanze. Molti di questi debiti sono frutto di condanne ormai definitive che impongono all’Ente di pagare e senza ulteriore indugio. In particolare, quelli che avevamo portato in delibera oggi, sono stati interessati dalla nomina di un commissario ad acta, il che si traduce per l’ente in un ulteriore ed immancabile aggravio di costi a carico del cittadino; e proprio per evitare ciò che si dovevano votare le delibere e invece proprio la maggioranza che per molti versi di quei debiti è responsabile, per ragioni incomprensibili ai più, ha lasciato l’aula facendo mancare il numero legale”. Perché Presidente addebita a loro quei debiti, non si tratta di vecchie questioni delle passate amministrazioni ? “A parte il fatto che quasi due di quei milioni sono attribuibili direttamente a questa amministrazione, chi erano i consiglieri di quelle passate se non sempre gli stessi ? Ho dovuto contattare telefonicamente anche due consiglieri di opposizione, assenti in quel momento” continua Abate “per ristabilire il numero legale e arrivare così alla delibera e nell’interesse di chi secondo lei lo avrei fatto ? C’è sempre stata in questo paese la pessima abitudine di utilizzare le casse comunali per acquisire consensi al momento delle elezioni. Si fanno favori ora a questo ora a quello, si realizzano opere pubbliche perfino, per favorire gruppi di cittadini ed accaparrarsene il voto e naturalmente senza copertura. Questa pessima abitudine, come quella di gestir la cassa come se fosse cosa propria, finisce per generare debiti che l’Ente non può pagare se non dietro specifico riconoscimento da parte del Consiglio comunale in carica. Tra i debiti “riconoscibili”, ossia quelli giustificabili e documentabili, ve ne sono numerosi che perfino hanno avuto il parere favorevole dei revisori dei conti, ma la delibera che autorizzerebbe a pagarli non sopraggiunge, perché ?” Ce lo dica lei Presidente “perché i nostri colleghi di maggioranza non trovano un accordo sulle priorità da stabilire non potendo pagarli tutti quest’anno e perché nemmeno hanno concordato come … ma questo non me lo faccia dire per favore”. E tutto questo come ha influito sull’andamento del consiglio di oggi ? “Lo avete visto tutti: l’intero gruppo UDA e NCD, evidentemente in disaccordo con quello di Forza Italia, è sempre rimasto in aula fermamente intenzionato a votar favorevolmente le delibere dei debiti. FI ha chiesto l’inversione dei punti all’ordine del giorno chiedendo di anticipare l’elezione di Acquarelli nell’intento, magari poi, di lasciare l’aula facendo mancare il numero legale per l’approvazione dei debiti, ma io gli ho fatto notare che da Presidente non ne avevo l’autorità ma che non potevo rifiutarmi di mettere in tal senso ai voti una loro proposta e avendo loro i numeri per approvarla non vedevo alcun problema perché ottenessero quello che chiedevano. Ma evidentemente le cose erano più complesse: quelli di Forza Italia hanno temuto il voto contrario dei colleghi dell’UDA che, per ripicca ed avendo scoperto il gioco, avrebbero impedito alla mozione di passare e quindi hanno deciso di disertare l’aula nella speranza di bloccare i lavori; prima però hanno fatto registrare meschinamente la loro presenza perché hanno sistematicamente boicottato tutti i consigli comunali che in questo periodo ho convocato per portare comunque avanti gli interessi del paese, ed una ulteriore e consecutiva assenza avrebbe fatto scattare il provvedimento di espulsione a loro carico”.
Ora cosa farà Presidente ? “Nulla. Ora basta. Dovranno prendersi infine le loro responsabilità nei confronti dei cittadini. Non è più tollerabile che debba esserne io a farmene carico creando in questo modo problemi perfino alla mia persona. Il mio ruolo è tra le fila dell’opposizione. Che la maggioranza governi se ne è capace, ed io sarò lì al mio posto, al primo banco dell’opposizione a controllare tutto e a denunciare ogni nefandezza”.
Sono accuse pesanti quelle che lancia Abate e più di qualche sassolino si è tolto dalla scarpa. Ma cosa accadrà ora, ci domandiamo. Una giunta fresca di nomina ed una compagine così litigiosa riusciranno a mettere insieme un bilancio di previsione nei prossimi giorni ? Oggi, a norma di regolamento di contabilità, sono scaduti i termini per presentarlo ai revisori dei conti ed ai consiglieri; ma ad Ardea i tempi sono sempre stati elastici, tanto elastici da sfidare perfino il prefetto ed il ministero degli interni contravvenendo alle disposizioni di legge. Già si vocifera che confidino in una ennesima benevola proroga. Tuttavia nulla potranno davanti alle difficoltà oggettive di una finanza ormai distrutta dalla loro incapacità.
Incapacità nell’incassare il credito, come prima cosa; basti pensare ai tassi di evasione preoccupanti che fa registrare il nostro comune, o al fatto che ancora non siano stati distribuiti, a termini già scaduti per la prima rata, i bollettini per il pagamento della TARI dello scorso anno.
Incapacità di accedere ai finanziamenti, dove il ruolo da fund raiser del giovane assessore Riccardo Iotti sta segnando il passo ed al tempo stesso un record in quanto ad inefficienza e scarsa competenza.
Poche le risorse per le spese correnti, dunque, pochissime, anzi quasi nulle, quelle per gli investimenti.
Il nostro sindaco per dar segni di vitalità non perde occasione per ricordare di aver chiesto ora questo ora quello; purtroppo mai ci viene a raccontare di aver ottenuto qualcosa per le le nostre scuole fatiscenti, per illuminare un poco le tenebre del 90% delle nostre strade, per coprire almeno qualcuna delle 10.000 buche che le donano un paesaggio lunare, per realizzare dei nuovi edifici per la scuola superiore, per la casa comunale, o per altri servizi utili ai cittadini. Intanto, e non si sa come, è stato realizzato il nuovo piano triennale delle opere pubbliche, che più che mai somiglia al libro dei sogni; ogni anno non si è fatto che traslare di un anno quello dell’anno precedente, salvo cancellare qualche opera prevista, ma non perché conclusa, piuttosto, semplicemente perché mai più si realizzerà.
Arianna Azzurra Achille