Strage di Viterbo. Il 44enne Mirko Tomkow ha aggredito il figlio e con un coltello, trovato nel cassetto delle posate, gli ha reciso la gola. Poi lo lascia esanime nel cassettone del letto. È stato trovato con del nastro adesivo su bocca e naso. Completamente fuori di testa, Tomkow ha tentato poi di gettare liquido infiammabile su un lenzuolo. Forse si è intossicato, come riportato dal Messaggero, forse era troppo ubriaco per proseguire nel suo piano e ha perso conoscenza.
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A scoprire la drammatica scena è la mamma Marjola una volta rientrata in casa. Trova l’ex compagno incosciente e il figlio di 10 anni già morto. A lanciare l’allarme sono i vicini di casa: le urla della donna allarmano tutti, alcuni accorrono e chiamano il 112. I carabinieri ci mettono un secondo a collegare la casa con quella dell’uomo straniero allontanato con una misura cautelare del pm Paola Conti dalla famiglia. E si precipitano in forze, allertando anche i vigili del fuoco da prassi. Ma arrivati sul posto, anche con il personale del 118, non possono che accertare la morte del piccolo, per poi affidare Mirko Tomkov, incosciente, all’eliambulanza che lo trasferisce all’ospedale di Viterbo.