Sì è tolta la vita impiccandosi. Troppe tensioni, troppe pressioni. E sicuramente il peso di quella vicenda che aveva coinvolto suo marito, Serif Seferovic, il bosniaco in carcere con l’accusa di aver fatto parte del raid punitivo che ha portato alla morte di tre sorelle, tra cui due bambine di appena 4 e 8 anni e una ragazza di 20. Lei è Giuliana Sulejmanovic, 28 anni. Dopo la tragedia, avvenuta a Roma nel campo rom di Centocelle, si era trasferita a Torino in un altro campo nomadi, per evitare problemi con la famiglia delle sorelle uccise.
La scia di morti: tutto per un’estorsione
E oggi l’ulteriore dramma. La donna si è uccisa. Lascia 4 figli da soli, visto che il marito si trova in carcere, dove deve scontare 30 anni. Da quanto ricostruito, l’uomo in quella notte del 10 maggio del 2017 non avrebbe lanciato materialmente l’ordigno che ha colpito la roulotte dove dormiva l’intera famiglia Halilovic: genitori e 11 figli. Padre, madre e 8 fratelli riuscirono a salvarsi, mentre Francesca, Angelica e Elisabeth Halilovic morirono nel rogo provocato dalla molotov. Inizialmente la moglie provò a difendere il marito, affermando che quella notte era con lei, ma successivamente venne ricostruito che al raid parteciparono sia l’uomo che i suoi fratelli, Johnson, all’epoca sedicenne, e Renato che si trovava alla guida del furgone utilizzato per arrivare fino al camper delle loro vittime. I due fratelli subito dopo il blitz scapparono in Bosnia, mentre Serif restò in Italia e fu arrestato. A lanciare la molotov fu Johnson, come da lui stesso ammesso. Si trattava di una vendetta per una tentata estorsione azzardata dal padre delle tre sorelline, Romano Halilovic, nei confronti del clan Seferovic. Tutto pare avere inizio da un container nel campo di via Salviati. Il padre delle sorelline morte avrebbe chiesto 2mila euro ai Seferovic per dare il permesso a dormirci, più altri soldi per sostare con una roulette all’interno del campo. Ma secondo i Seferovic si trattava di denaro non dovuto, in quanto ritenevano di poter stare nel campo senza sottostare alle regole imposte da Halilovic e soprattutto senza dover pagare ogni cosa. La frattura tra le due famiglie è diventata insanabile, alimentata da un atteggiamento sempre più duro da entrambe le parti, fino ad arrivare alla tragedia.