Con l’avvento della pandemia la capacità di adattarsi ai cambiamenti in modo rapido è stata la chiave per la sopravvivenza di molte aziende. Questa capacità ha avuto un impatto non solo su nuovi modelli lavorativi, ma anche su nuovi approcci per quello che riguarda la formazione dei dipendenti.
In particolare il concetto di formazione sta subendo un cambiamento radicale: complice la necessità del distanziamento dovuta alla pandemia, si sono svuotate le aule tradizionali – con scuole e Università che hanno fatto un massiccio ricorso alle lezioni in videoconferenza – e si sono riempite quelle virtuali.
Allo stesso modo le aziende hanno individuato nuovi percorsi per valorizzare i propri impiegati, passando da videoconferenze professionali a veri e propri corsi modulari da seguire da remoto.
Ma quanto è importante la formazione in un’azienda? Il valore di questa è indubbio nell’accrescere la competitività e l’efficienza dell’azienda stessa: i lavoratori e i set di conoscenze a loro disposizione rappresentano un asset da valorizzare e da coltivare in modo continuo e attento. Puntare sulla formazione, quindi, è una scelta vincente non solo nell’immediato, ma anche per il futuro dell’impresa stessa.
Come anticipato i paradigmi della formazione all’interno di una azienda sono enormemente cambiati nel corso degli ultimi due anni, proprio a seguito dell’avvento della pandemia di COVID 19. È doveroso però precisare che questo non è stato solo un semplice cambiamento, ma una vera e propria evoluzione verso nuovi modelli più flessibili ed agili.
Vediamo ora più da vicino in che cosa consiste.
Come si è evoluta la formazione all’interno delle aziende con la pandemia da COVID 19?
La pandemia, sotto numerosi aspetti, è stata un modo incredibilmente efficace per accelerare quei processi che molto timidamente erano stati proposti nei periodi precedenti: qualche riunione in videoconferenza, un giorno di malattia recuperato con lo smart working, sono solo alcuni esempi delle azioni che nel giro di poche settimane sono diventate la normalità per una moltitudine sempre più vasta di lavoratori.
Sebbene il nostro Paese, almeno secondo l’ultimo rapporto DESI, si trovi ancora in una posizione di svantaggio rispetto ad altri Paesi europei – almeno in termini di conoscenze digitali –, è indubbio che tra migliorie infrastrutturali e una maggiore penetrazione della cultura digitale ci si trovi ad un momento di svolta per la digitalizzazione del Paese: l’evoluzione del mondo del lavoro, tra smart working e formazione da remoto, è sicuramente una delle prove più evidenti.
Se la formazione aziendale avveniva principalmente attraverso tavole rotonde, seminari o conferenze dal vivo e se fino a qualche tempo fa seguire corsi di aggiornamento in videoconferenza era un’alternativa che veniva offerta solo in alcuni casi sporadici, una formazione di questo tipo, è oramai diventata la norma.
Oggi la formazione aziendale, in buona parte dei casi, si concretizza grazie all’utilizzo di efficienti piattaforme di aule digitali, che sono in grado di erogare contenuti sia in modalità streaming, sia attraverso lo stand alone e-learning.
Sebbene queste modalità di formazione rappresentino un’innovazione, gli ultimi due anni – complice una domanda crescente – sono stati decisivi, con evidenti migliorie relative alle tecnologie e alla personalizzazione delle piattaforme che offrono questa tipologia di apprendimento.
Questo mutamento porta con sé numerosi vantaggi per l’azienda, che vanno da un’offerta formativa più completa al contenimento dei costi.