Pubblico qui un breve articolo che verrà inserito sul numero cartaceo in uscita nei primi giorni di febbraio.
Dopo quanto accaduto a Parigi lo scorso 7 gennaio, ho detto con orgoglio di essere Charlie Hebdo. Perché credo nella libertà di stampa, nella libertà di parola, nella libertà di pensiero, nella libertà di religione. E soprattutto credo nella ferma condanna a qualsiasi forma di violenza. Ma, allo stesso tempo, credo che questi siano valori che debbano essere rispettati da tutti nello stesso modo. Ed è su questa parola, “rispetto”, che ci dobbiamo basare: anche avendo idee diverse dagli altri, anche volendo ironizzare, anche volendo utilizzare una delle armi più potenti, la stampa, per combattere un nemico, non dobbiamo mai prescindere dal rispetto non tanto verso la singola persona (che potrebbe non meritarlo per svariate ragioni), ma verso un’idea, una religione, un credo. Ed è per questo che, pur continuando ad essere “Charlie” nel volere la totale libertà di stampa, continuerò a pubblicare solo cose che non offendano e a sperare che anche gli altri facciano lo stesso. Perché, obbiettivamente, molte vignette superavano di gran lunga la satira, e – invece di far ridere o sorridere – facevano offendere (è capitato anche a noi italiani, basta andare a riguardare alcuni disegni del passato), se non altro nel nostro buongusto. Ho ammirato Papa Francesco e il suo “pugno” contro chi avesse osato offendere sua madre. Una metafora che chi ha abbastanza intelligenza per capire ha capito perfettamente. Ha teso una mano verso l’Islam, perché i musulmani non sono l’Isis, anzi, i veri musulmani sono danneggiati dall’Isis. Senza voler entrare nella politica internazionale, nelle beghe religiose o altro, nel mio piccolo, anzi, piccolissimo, tendo anch’io, con il mio giornale, una mano verso il Medio Oriente. Anzi, al contrario, questa volta è il Medio Oriente che questa volta tende una mano verso Il Corriere della Città: il 29 gennaio nella TV araba Rotana si è parlato anche di noi, grazie al poeta che abbiamo intervistato un anno fa, Raid Bin Abdullah Aloqili, e che ora sta partecipando – con il Corriere della Città che ha fatto da intermediario – al premio internazionale Alberoandronico. Al minuto 7 del video (che chi vuole può guardare sul nostro canale youtube all’indirizzo http://youtu.be/Excpq2qVEyk) veniamo citati insieme al concorso. Nell’intervista si parla della speranza di un’integrazione tra mondo occidentale e mondo musulmano basata sul rispetto reciproco. E’ quello che io, ma credo la maggior parte di noi, auspico. Affinché non ci siano più censure né stragi.
Un “ponte di poesie” da Pomezia al Medio Oriente
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