Oltre duecento anni di carcere: queste le condanne inflitte oggi dai giudici della X sezione penale del Tribunale di Roma nel corso del processo di primo grado a 14 degli imputati, per i quali è stato riconosciuto il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso in applicazione del 416 bis nell’ambito dell’inchiesta ‘Nuova alba’ che il 26 luglio del 2013 a Ostia portò all’arresto di 51 persone appartenenti alle famiglie Fasciani e Triassi e ai loro affiliati. 5, invece, le assoluzioni, tra cui i fratelli Triassi. Gli imputati hanno dovuto rispondere del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Sulla sentenza si sono espressi sia il sindaco di Roma Ignazio Marino, che il presidente del X° Municipio Andrea Tassone e sua la giunta. “La sentenza che oggi ha inflitto pene per oltre 200 anni di reclusione a quattordici affiliati al clan Fasciani di Ostia segna un punto importante contro il tentativo della criminalità organizzata e della mafia di infiltrarsi nelle attività produttive e nel tessuto sociale della nostra città. Come amministrazione siamo in prima linea nel contrasto alle mafie e all’illegalità, sostenendo l’attività delle forze dell’ordine e degli inquirenti. La mia giunta e il Municipio di Ostia stanno mettendo in campo politiche improntate ai principi di legalità e trasparenza amministrativa per consentire ai cittadini e alle imprese di vivere in un territorio libero dai condizionamenti dell’economia criminale”, ha dichiarato Ignazio Marino attraverso un comunicato stampa. “La sentenza di oggi al processo ‘Nuova Alba’ è una sentenza storica che, per la prima volta dopo anni, riconosce il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. L’impianto accusatorio è stato dunque confermato. C’è bisogno in questo momento di un patto forte tra la buona politica, il tessuto associativo, le realtà imprenditoriali sane, la società civile e i cittadini tutti per unire le forze e risollevare il nostro straordinario territorio. Con l’aiuto di tutti, Ostia ce la può fare”, hanno invece comunicato in una nota congiunta il presidente del X° Municipio di Roma Capitale Andrea Tassone e gli assessori della giunta municipale. Le condanne di oggi sono state pesanti: per il boss Carmine Fasciani 28 anni di reclusione, 17 anni per suo fratello Terenzio, 25 anni e 10 mesi per la figlia Sabrina Fasciani e 11 anni per l’altra figlia, Azzurra, mentre 26 anni sono stati dati al nipote Alessandro Fasciani. Condannata a 16 anni e 9 mesi di reclusione la moglie di Carmine Fasciani Silvia Bartoli ed altri appartenenti al clan: 25 anni e 3 mesi a Riccardo Sibio, 13 anni e 3 mesi a Luciano Bitti, 13 anni a Gilberto Colabella, 12 anni a Mirko Mazzoni, 10 anni a Eugenio Ferrami, 7 anni a Danilo Anselmi, 3 anni a Ennio Ciolli e 2 anni a Emanuele Coci, mentre sono stati assolti Nazareno Fasciani, fratello di Carmine, Gilberto Inno, Fabio Guarino Vito e Vincenzo Triassi, dell’omonimo clan, che secondo gli inquirenti operava nella zona di Ostia e del litorale in opposizione alla famiglia Fasciani.
Mafia ad Ostia: oltre 200 anni di carcere in 14 condanne
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