Ha avuto delle conseguenze pesanti – non solo per la vittima – il furto avvenuto il 17 ottobre scorso a Roma, in zona Gianicolo. In quell’occasione gli Agenti della Polizia di Stato furono chiamati per un “colpo” consumato su una vettura con targa diplomatica. Appena arrivati i poliziotti avevano accertato che ignoti, dopo aver infranto il vetro del lunotto posteriore del veicolo, erano riusciti ad asportare molteplici borse, tra cui quelle contenenti due protesi di arto inferiore in titanio dal valore complessivo di circa 150.000 euro.
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L’impossibilità di muoversi senza le protesi alle gambe e l’appello in tv per ritrovarle
Il proprietario delle protesi, un cittadino francese membro del Consiglio d’Europa, ha formalizzato denuncia per quanto avvenuto, rappresentando il grave disagio causato dal furto, in particolar modo per la sottrazione delle protesi, di cui aveva assoluta necessità per muoversi. Le immediate indagini, avviate dal commissariato Trastevere, in collaborazione con la Squadra Mobile, hanno permesso di individuare, attraverso la visone dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona del furto, un veicolo sul quale si sono focalizzate le attività e si sono sviluppati i primi immediati accertamenti.
Arrestato un uomo estraneo al furto: era in possesso di droga
Grazie alle stesse immagini, è stato identificato un uomo, con precedenti di polizia, il quale, immediatamente rintracciato, è risultato poi estraneo al furto, ma è stato comunque arrestato perché presso la propria abitazione deteneva 150,00 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish destinata allo spaccio. Lo stesso è tuttora in custodia cautelare in carcere.
Gli sforzi del personale si sono allora intensificati ancor più, anche a seguito dell’accorato appello che la vittima ha fatto sul TG3 regionale delle ore 14,00 del 20 ottobre, finalizzato ad ottenere la restituzione delle preziose protesi, indispensabili per la sua quotidianità. Conclusa l’originaria pista investigativa, rivelatasi infruttuosa, l’indagine si è poi indirizzata su un nuovo veicolo, risultato più idoneo e compatibile con il luogo del furto e gli orari attenzionati.
Attraverso lo sviluppo della targa della vettura, individuata dopo innumerevoli incroci con il servizio ACI, gli investigatori si sono messi alla ricerca dei soggetti che avevano il veicolo effettivamente in uso. L’attività è stata ancor più difficoltosa, poiché gli ultimi proprietari dell’auto non avevano registrato la compravendita. Ma, malgrado questo, la caparbietà degli investigatori ha consentito di individuare l’effettivo utilizzatore del veicolo e il suo luogo di residenza.
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Il cerchio “stretto” attorno al sospetto
Il 27 ottobre, a seguito della delega dell’autorità giudiziaria, è stata effettuata una perquisizione domiciliare a carico della persona individuata, finalizzata alla ricerca della refurtiva, ma l’esito si è rivelato negativo. Tuttavia, la determinazione degli investigatori ha indotto la persona attenzionata, sentitosi oramai alle strette, a far circolare la notizia negli ambienti criminali. Ciò ha portato al rinvenimento, in una zona boschiva nei pressi della Stazione Monte Mario, di un involucro, parzialmente occultato dalla sterpaglia, al cui interno sono state rinvenute le due protesi rubate. Il recupero della inestimabile refurtiva è stato subito comunicato alla vittima che, nel gioire, ha ringraziato sentitamente l’operato della Polizia di Stato.