E’ stata un’indagine accurata e meticolosa, quella che ha portato alla cattura di G.R. pregiudicato di 46 anni residente ad Ardea, nel consorzio di Colle Romito, a Tor San Lorenzo, insieme alla compagna e ai loro due figli. L’uomo il 26 ottobre aveva investito Faycal Bejaoui, il 58enne di origine tunisina che stava percorrendo a piedi via Laurentina all’altezza del chilometro 37.400 nel tratto tra via Valli di Santa Lucia e via Monti di Santa Lucia, senza fermarsi a soccorrerlo, lasciandolo morente in una pozza di sangue.
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La ricostruzione dell’accaduto
Dopo la fuga, i carabinieri della Compagnia di Anzio, guidati dal Capitano Giulio Pisani, hanno fatto scattare immediatamente le indagini, partendo dai frammenti di auto lasciati a terra dopo il terribile impatto. La svolta è arrivata grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza di proprietà del Comune di Ardea, che hanno ripreso il momento in cui è avvenuto l’incidente: si è visto un furgone rosso con delle scritte bianche che sopraggiungeva su via Laurentina e prendeva in pieno l’uomo e poi, senza fermarsi né rallentare, fuggiva via. Purtroppo, dalle immagini delle videocamere non si riusciva a vedere né quali fossero le scritte del furgone, né la targa né il modello dello stesso. E’ iniziato così un lavoro certosino da parte dei carabinieri, che hanno setacciato tutti i possibili utilizzatori di furgoni di quel tipo, contattando quindi le ditte di Roma e provincia che avessero un furgone rosso con scritte bianche, fino ad arrivare a una società che vende e noleggia pianoforti, con sede in via di Casal Lumbroso, a Roma.
Qui effettivamente i militari hanno trovato un furgone con delle ammaccature compatibili con l’incidente avvenuto ad Ardea: mancavano i pezzi ritrovati su via Laurentina e tutto faceva pensare che fosse proprio quello il furgone che aveva investito e ucciso Faycal Bejaoui. Ascoltato il titolare della ditta di pianoforti, l’uomo ha raccontato che il furgone era stato prestato, proprio 4 giorni prima, a un uomo di Ardea, un cliente che – venuto per acquistare un quadro (la ditta vende anche quadri, oltre che pianoforti), aveva avuto un guasto alla sua automobile e, non potendo tornare indietro, aveva chiesto in prestito un mezzo di trasporto, ricevendo la disponibilità del furgone.
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“Ho investito un cinghiale”
L’uomo l’aveva poi restituito il giorno dopo ammaccato, dicendo di aver investito un cinghiale e scherzando su questo con il titolare della ditta, che non si era preoccupato della cosa. Grazie alla descrizione sommaria dell’uomo, di cui non si avevano le generalità, i carabinieri sono riusciti a risalire al 46enne. Ieri sera, intorno alle 20 i militari si sono recati a casa sua, a Colle Romito. Alla vista degli uomini in divisa l’uomo ha ammesso le sue responsabilità: “Ho sentito un botto”. Ma non si è fermato. Adesso per lui c’è l’arresto per omicidio stradale e omissione di soccorso.