Tutto ciò, per una donna come me, è tremendamente demoralizzante.
Partiamo da due presupposti fondamentali, questo perché non voglio essere fraintesa; i problemi della vita sono ben altri e più seri, come è certo – e lo ripeterò sempre – che ridurre l’essenza della donna alla taglia che indossa sminuisce il suo essere ai massimi livelli. Mi ritrovo comunque costretta a soffermarmi su questo argomento perché negli ultimi anni il “fenomeno” delle micro taglie è sempre più diffuso e da donna, nonché guerriera che ha combattuto una battaglia caratterizzata da dolore e grandi complessi, credo sia il caso che qualcuno inizi a parlare facendo chiarezza, soprattutto per le nuove generazioni che non hanno un metro di paragone e si identificano nelle nuove – finte – misure che la moda impone. Non farò il nome di nessuna marca, non voglio cadere in polemiche sterili che ci distaccherebbero dal centro del mio discorso, ma è palese che spesso le taglie dei vestiti che ci vengono proposti non siano veritiere, e trovo ingiusto che una donna come me, mediterranea, con un corpo normale, debba privarsi di acquistare dei capi perché quel determinato brand ha deciso di vestire solo fisici estremamente longilinei. Poi ci lamentiamo se le ragazzine si ammalano di disturbi del comportamento alimentare? Credete io sia esagerata? Forse perché non conoscete fino in fondo l’argomento. Ora va di moda parlarne in televisione intraprendendo dibattiti per acchiappare un po’ di audience; provate a confrontarvi con le quindicenni che mi scrivono settimanalmente, quelle demoralizzate e tristi che mi chiedono consiglio – o meglio, conforto – perché non sono riuscite ad entrare dentro una large che in verità corrisponde a una small; loro di questo particolare non ne sono consapevoli. Provate a spiegargli che non è normale frequentare la terza media e nutrirsi secondo la dieta Dukan quando non se ne ha alcun motivo, ma solo perché l’obiettivo lo richiede ed è quello di entrare in quel pantalone dalle misure impossibile. Provate a pensare che sì, è vero, bulimia e anoressia manifestano malesseri dell’animo, quello più profondo che non pensiamo nemmeno di possedere – io lo so meglio di chiunque altro – ma è anche vero che la ricerca della perfezione può avvicinare alla strada della fissazione e checché se ne dica, nessuna ossessione è da considerarsi sana. Ora, dopo questa manfrina noiosissima, mi rivolgo a tutte voi che avete avuto la pazienza di leggermi fino a questo punto. Basta complessi, paranoie, ansie e ogni sensazione di questo genere. Impariamo a vivere nella consapevolezza; gli stilisti di molte grandi catene d’abbigliamento hanno iniziato a fumare l’acrilico dei maglioni usando come filtrini la plastica delle grucce, ecco il perché di queste taglie sfasate. A prescindere da ciò, volevo comunicare a tutti i grandi brand che producono taglie large che vestono come small che non siamo noi a dover dimagrire, tutt’altro, sono loro che si devono “ripigliare”.