L’Associazione per Villa Pamphilj lo dice da anni. E da tempo invia le prove, attraverso messaggi di posta elettronica, agli enti preposti, così come richiede all’Ama di ripulire la zona dalle siringhe, dai rifiuti e dagli innumerevoli profilattici lasciati a terra. In uno dei parchi più belli di Roma, a soli 10 minuti a piedi dal Vaticano, dove centinaia di cittadini trascorrono momenti spensierati facendo jogging o portando i loro bambini a giocare, c’è un boschetto – tranquillamente raggiungibile da tutti – dove, in pieno giorno, si consumano rapporti sessuali, sia a pagamento che “free”, di tipo omosessuale. Il posto, come spiega una persona che lo frequenta, è anche segnalato in tutte le guide gay.
Della vicenda se ne è occupata qualche giorno fa anche la trasmissione “Non è l’arena”, su invito proprio dell’Associazione per Villa Pamphilj. Il giornalista Marco Agostini, con una videocamera nascosta, ha finto di cercare un incontro sessuale. Gli è bastato guardarsi intorno e agganciare lo sguardo di un altro uomo, che subito gli ha detto: “Andiamo lì dentro, ti metti in un posto tranquillo”, indicando il boschetto. “Che cercavi, divertimento? Qui basta che vai in giro, uno si infratta e via”.
Villa Pamphili: ci si guarda, poi ci si apparta ed è fatta
Chi ha voglia di un incontro sessuale quindi viene qui e in pochi minuti riesce a trovare quello che cerca: un gioco di sguardi e poi ci si apparta. Solitamente non si paga, anche se la prostituzione è arrivata anche qua: si tratta perlopiù di stranieri, quasi sempre giovani rumeni, che si fanno pagare per le loro “doti”. Per gli altri invece, sono incontri casuali ma senza scambio di soldi, solo per il piacere di farlo. Molti sono sposati e le mogli ignorano completamente la doppia vita del marito, per questo “approfittano” del boschetto di Villa Pamphilj.
Villa Pamphili: le siringhe
Ma il problema non è solo – che già sarebbe abbastanza – il sesso fatto in pieno giorno a due passi dai bambini e dalle persone che vivono il parco in modo normale, ma anche le numerose siringhe usate dai tossicodipendenti e lasciate a terra, mettendo a rischio chi passa. A queste si aggiungono i rifiuti di vario tipo, più volte segnalati, così come le siringhe e i preservativi, all’Ama, affinché vengano raccolti, ma ogni appello finora è risultato vano.
L’Associazione in difesa di Villa Pamphilj