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Noi siamo Charlie Hebdo

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Noi siamo Charlie Hebdo. Anche Il Corriere della Città, nel suo piccolo, vuole ricordare le vittime di ieri a Parigi: il direttore e vignettista Stephane Charbonnier (Charb), i vignettisti Jean Cabut (Cabu), Georges WolinskiBernard Verlhac (Tignous)Philippe Honoré, l’economista ed editorialista Bernard Maris (Oncle Bernard), la giornalista e analista Elsa Cayat, il fondatore di Carnet de Voyage e in quel momento ospite della redazione Michel Renaud, il correttore di bozze di origine algerina Mustapha Ourrad, la guardia del corpo del direttore Frank Brinsolaro, il poliziotto musulmano Ahmed Merabet e il responsabile della manutenzione Frederic Boisseau. Siamo tutti Charlie Hebdo. Contro il terrorismo, a favore della libertà di stampa, di parola, di pensiero, di satira. La nostra solidarietà va alle famiglie delle vittime di questo vile attentato, i cui autori ben poco hanno a che fare con il vero islamismo e troppo con il vero terrorismo.

La libertà non si imbavaglia a colpi di arma da fuoco: se prima c’era un solo Charlie Hebdo, adesso siamo tutti Charlie Hebdo. E vogliamo ricordare in modo particolare il suo direttore: Stephane Charbonnier, conosciuto come “Charb”, si era sempre detto pronto a morire in piedi piuttosto che rinunciare alla libertà di espressione di cui il giornale da lui diretto si è sempre proclamato paladino in Francia. Le sue irriverenti caricature di politici e di figure pubbliche apparivano soprattutto su Charlie Hebdo, ma anche su testate di sinistra o semplicemente umoristiche. Era stato lui a decidere di pubblicare le vignette del profeta Maometto, quelle che nel 2006 dalla Danimarca avevano infiammato tutto il mondo islamico, provocando numerosi morti. In seguito a questa vicenda era sotto protezione della polizia, dopo aver ricevuto minacce di morte. Intervistato da France Info, Charb aveva spiegato che la caricatura, in particolare quella più dura ed intransigente, permetteva di “sublimare la violenza: chissà cosa saremmo diventati senza la matita”. E agli islamici che lo accusavano di essere blasfemo, il direttore di Charlie Hebdo aveva risposto, spiazzandoli: “Perché non fate una rivista satirica contro noi laici?”. Sembra una tragica profezia la vignetta pubblicata solo pochi giorni fa .“Ancora nessun attentato in Francia”, c’è scritto, mentre un talebano armato risponde: “Aspettate. Abbiamo tempo fino a fine gennaio per farci gli auguri”. In questo caso, l’attesa è durata meno.

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