Anche nel Lazio si è partiti con la somministrazione della terza dose del vaccino contro il Coronavirus. La regione ha fatto letteralmente da apripista, iniziando nella Als di Rieti già dalla settimana scorsa.
A partire dal 20 settembre Zingaretti ha dato il via alla vaccinazione di massa in tutte le aziende su trapiantati e dializzati, e i pazienti fragili indicati nella circolare del ministero della Salute. Scopriamo chi dovrà ricevere la dose, come prenotarla e dove recarsi,
Terza dose del vaccino: a chi spetta e dopo quanto tempo
La somministrazione della terza dose di vaccino è partita e riguarderà, prima su tutti, i soggetti immunodepressi e trapiantati. La prima regola è che la terza dose deve essere somministrata almeno dopo 28 giorni dalla seconda.
Nell’elenco delle persone a cui è destinata, oltre le persone fragili, ci sono gli over 80. Poi, a seguire, il personale sanitario a rischio (come ad esempio coloro che lavorano nei reparti Covid) e gli altri operatori sanitari con una cartella clinica particolare.
Parliamo in totale di 10 categorie e, più nello specifico, di 10 patologie/condizioni:
- trapianto di organo solido in terapia immunosoprressiva
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche
- attesa di trapianto d’organo
- terapia a base di cellule T
- patologia oncologica
- immunodeficienze primitive
- immunodeficienze secondarie
- dialisi e insufficienza renale cronica grave
- pregressa splenectomia
- Aids
Calendario terza dose: quale vaccino e quando partono le somministrazioni
Le terze dosi saranno effettuate solo con i vaccini a mRna – dunque Pfizer o Moderna – e avranno l’obiettivo di rafforzare le difese immunitarie contro il Coronavirus, dopo la seconda dose. Si inizierà, appunto, dalle prossime settimane (fine settembre) e il calendario sembra essere così organizzato:
- Fine settembre – immunodepressi e trapiantati
- Entro la fine del 2021 – over 80
- Gennaio e febbraio 2022 – operatori sanitari
Terza dose del vaccino: come prenotarsi
La fetta di popolazione interessata ammonta circa a 3 milioni di pazienti, tutti fragili, immunocompromessi, medici e persone che lavorano a stretto contatto con persone più deboli. Per molti di loro la vaccinazione sarà a ‘chiamata’: direttamente dalla Asl o dall’ospedale che li ha in cura; altri invece dovranno prenotarsi o saranno convocati dal medico di famiglia.