Il Corpo Forestale dello Stato, insieme agli agenti della Guardia di Finanza, ieri sera ha posto sotto sequestro preventivo, su disposizione della Procura della Repubblica di Velletri, l’area di circa 20 ettari della cava di pozzolana, ormai dismessa, di Lazzaria. La decisione di sequestrare il sito è stata presa a seguito del sopralluogo che si è svolto ieri mattina, durante il quale i Vigili del Fuoco hanno svolto i test preliminari con sofisticate apparecchiature per sondare la presenza di materiali interrati. L’esito dei test, seguiti da scavi effettuati delle Guardie Forestali, ha confermato la possibile presenza di materiali interrati pericolosi di origine ospedaliera, sopra le falde idriche che forniscono gli acquedotti di Anzio, Nettuno e Aprilia, e che servono per l’irrigazione di campi per un totale di circa 4.000 ettari, nelle zone di Velletri, Lanuvio, Aprilia e Cisterna. I sigilli di sequestro sono stati apposti sia all’ingresso principale dell’area, sulla Sp Cisternense, che sull’intero perimetro dell’area. Le operazioni di sequestro sono terminate intorno alle 22:00. Oltre ai rifiuti ospedalieri, grazie alle indagini geognostiche condotte dal Nucleo specializzato del Corpo forestale dello Stato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sono stati portati alla luce rifiuti interrati di vario genere, tra i quali ci sono anche fanghi di depurazione e materiali inerti provenienti da attività di demolizione. Nel corso delle operazioni sono stati rinvenuti anche resti di ordigni militari. Un sequestro che porterà al blocco anche dei due maxi-progetti di discariche: quella dello Ecoparco Srl che dovrebbe coprire ben 18 ettari della zona, il cui progetto si cerca di bloccare in tutti i modi e quella del Comune di Velletri, la cosiddetta centrale a bio-gas per il trattamento dell’umido. L’indagine era partita dopo l’auto denuncia dell’ex gestore della cava, Fabrizio Masella, il quale lo scorso settembre aveva presentato un esposto alla Procura di Velletri nel quale riferiva che nel sito erano stati sepolti illegalmente dei rifiuti ospedalieri. Ora, a seguito del sequestro ordinato dal sostituto procuratore Giuseppe Travaglini, ci saranno altre indagini, finalizzate a capire con certezza cosa sia stato sepolto in quell’area e a decidere sull’eventuale necessità di bonifica del sito, il cui costo ricadrebbe molto probabilmente sulla spesa pubblica, dal momento che la società titolare della cava è fallita.
Rifiuti ospedalieri pericolosi interrati, sequestrata la cava sopra le falde acquifere
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