La sacra famiglia
Nel pensiero comune la famiglia è il luogo dell’amore incondizionato, condivisione e sostegno sono i pilastri principali. Religione a parte, si tratta di un’immagine talmente radicata da essere centro di trame di film, romanzi di letteratura antica e moderna, per non parlare di un famoso spot pubblicitario che ha coniato una definizione vera e propria “la famiglia del Mulino Bianco” come emblema della perfezione affettiva.
Nella realtà i fatti sono completamente diversi, potremmo dire opposti: la famiglia è il luogo di maggiore conflitto, di scontri portati avanti per generazioni, tra i più difficili da sciogliere.
Quali sono i conflitti?
Ci sono fratelli e sorelle adulti che hanno un rapporto fatto di rancori e recriminazioni, un odio che spesso conduce alla rottura definitiva del legame.
Molteplici possono essere le cause scatenanti: la preferenza dei genitori per un figlio, questioni di eredità, vecchie competizioni, frustrazioni personali, gestione dei genitori non autosufficienti, e non solo.
Tutte condizioni che arrivano dal passato, e col tempo si trasformano in sentimenti difficili da gestire.
Dinamiche profonde al punto da non ricordarle quasi più, le tracce di memoria si sono trasformate nel tempo in emozioni negative, senza una causa concreta: si litiga su sciocchezza ma con intensità spropositate.
Il ruolo
Esistono dei ruoli nelle strutture familiari, che vengono dati da piccoli e portati dietro per tutto il resto della vita, ad esempio: il più grande che aiuta il piccolo, il fratello fragile che diventa bersaglio di facili attacchi, quello rabbioso che deve essere assecondato, il più intelligente che vuole dirigere gli altri, l’empatico che risolve i problemi, ecc.
I rapporti tra fratelli possono rompersi quando uno di loro tenta di uscire da un ruolo che ha ricoperto in famiglia e che ora gli va stretto, a quel punto viene definito “traditore” e di conseguenza nasce il conflitto… e l’invidia per essersi liberato dal ruolo stesso.
L’invidia: nessuno lo dice ma c’è!
L’emozione più nascosta dietro i conflitti tra fratelli è sicuramente l’invidia, nessuno di noi ammetterà di avere “meno” di un altro e di essere arrabbiato per questo, che si tratti di beni materiali (case, auto ecc.) o di condizioni esistenziali (essere innamorato, sereno, libero).
L’invidia è un’emozione che cresce se la persona è vicina a noi: non invidiamo la star oltre oceano in quanto non possiamo paragonarci, come invece possiamo fare con chi è vicino e che ha avuto le stesse nostre possibilità.
Ci si chiede come sia possibile che un fratello cresciuto nello stesso ambiente familiare sia poi diventato tanto diverso da noi: perché lui sì?
Parliamo di sentimenti veramente complessi, chi ne è “vittima” parte da una condizione di “inferiorità”, si sente sfortunato e se la prende con gli altri, spesso con la famiglia.
Come uscirne
I conflitti familiari sono tra i più difficili da sciogliere, troppe persone in ballo, troppe parole dette e non dette, interpretazioni passate da figlio in figlio, parenti acquisiti che si aggiungono con i propri vissuti… insomma, una folla!
La prima cosa da fare è appunto fare una “scrematura”, ossia, eliminare dal conflitto chi non è direttamente coinvolto.
Se usciamo dalla prima fase, l’incontro dovrebbe avvenire tra i due fratelli che si pongono ora come due adulti che si scelgono, scrollandosi la sensazione di forzatura.
La comunicazione a questo punto, andrebbe diretta sul “qui ed ora”: parliamo di cosa è accaduto oggi, inutile fare gli archeologi emotivi andando a scavare fatti di cinquant’anni prima.
In ultimo, prendere consapevolezza che anche certi rapporti “di sangue” possono essere nocivi, e che in alcuni casi sarebbe funzionale allontanarsi.
Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno