Oggi, 29 ottobre, decorre il 77° anno della fondazione di Aprilia. Era il 25 aprile 1936 quando Mussolini tracciò il solco della città di Aprilia «con il simbolo del rito romano». Ma poi scoppiò il conflitto mondiale più devastante di tutti i tempi e quel piccolo borgo rurale diventò terreno di battaglia. I pochi edifici e la sua pianta (il chiuso nucleo centrale edificato in mattoni rossi, che dall’alto dei ricognitori aerei doveva sembrare una fabbrica) le fecero conferire dagli alleati americani l’appellativo di “The Factory”.
In seguito allo sbarco alleato ad Anzio e Nettuno (gennaio 1944 – definito Operazione Shingle), Aprilia venne bombardata e il centro urbano fu raso al suolo. Terminata la guerra, cominciarono i lavori di ricostruzione della città che era ridotta ad un cumulo di macerie e da quelle macerie poi è risorta come l’araba fenice, divenendo una delle città più popolose del Lazio.
Un appuntamento, quello di oggi, con una storia obliata dal tempo e dalla “incapacità” degli apriliani di fermarla, accudirla e trasmetterla, ma di cui si sente addosso ancora l’odore acre della polvere da sparo di funesti cannoni e il clangore delle schegge sugli elmetti dei soldati.
Il Sindaco di Aprilia Antonio Terra, nel voler fermare nella memoria il sacrificio dei tanti caduti, dei pionieri e di quanti altri, successivamente, giorno dopo giorno hanno continuato a sperare e lavorare in questa città ha organizzato per le 18.00 di oggi l’esposizione di quadri della pinacoteca comunale, presso la Sala Manzù della Biblioteca.
Marina Cozzo