Sono passate 24 ore da quando il sito della Regione Lazio per prenotarsi ai vaccini è finito sotto attacco hacker. Il database è ancora in tilt e i tecnici sono (ancora) tutti a lavoro per evacuare il sito e ripristinarlo.
A guardarlo dall’esterno sembra un banale attacco dei no-vax eppure – facendo un passo indietro – parliamo dell’attacco informatico più pericoloso che l’Italia abbia mai subito. Questo non solo per il disagio che la campagna vaccinale sta subendo ma perché sono stati minati dati sensibili di figure altrettanto sensibili.
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Attacco hacker Lazio: i dati ‘sensibili’ dei vertici regionali
All’interno del portale di Salute Lazio ci sono, infatti, i dati del 70% degli abitanti di Roma e delle Province; la loro cartella clinica, le loro condizioni di salute, i loro indirizzi, residenza, numeri di telefono, email: praticamente tutto.
Ad ora non è stato “rubato” ancora niente ma gli hacker hanno ancora il predominio su questa guerra informatica; i tecnici stanno lavorando per ostacolarli e cacciarli dal profilo web, ma non sembra facile. Come dicevamo la minaccia è seria. Oltre che minare la privacy dei cittadini, qui si potrebbe parlare anche di una vera e propria minaccia al Governo: a ricevere il vaccino nella Regione ci sono stati Onorevoli, Ministri, il Premier Draghi ma anche Mattarella. Le forze armare, i Servizi Segreti, i dirigenti (pubblici e privati), vertici di banche e diplomazia.
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Attacco hacker Lazio: il Piano B, le parole di D’Amato
Purtroppo per bloccare i dati sensibili solo gli informatici e i tecnici già in azione possono fare qualcosa. La Regione ha ora in tasca un piano B per aiutare, almeno, nella somministrazione dei vaccini e nella richiesta die Green pass. Continuare con gli appuntamenti negli hub vaccinali senza appuntamento: così di non ridurre l’impatto della campagna vaccinale.
Nella Asl di Roma 5 questo è già avvenuto nella giornata di ieri; per le vaccinazioni dei 12-16 anni bastava recarsi nei centri e mettersi in fila, senza appuntamento. L’attacco hacker ha bloccato le prenotazioni ma non la richiesta o l’effettiva presenza dei sieri.
Il punto è che le vaccinazioni continuano venendo annotate su carta e con penna, cosa che se protratta nei giorni può creare un notevole rallentamento ai fini del conteggio effettivo delle persone vaccinate. L’attacco poi non riguarda solo le prenotazioni: è impossibile scaricare il green pass e non si possono ottenere né registrare i referti dei tamponi. D’Amato, comunque, prova a rassicurare: “Non ci fermeremo di fronte a questo attacco“.