“Verità, verità, verità” questa la frase guida della manifestazione, attualmente in corso, sul Lungotevere di Ripa. Non si tratta di una protesta contro il Green Pass, bensì di un corale appello al Ministero della Salute circa l’assistenza domiciliare per le persone disabili. Il traffico sul Lungotevere è in tilt, ma questo fa parte dell’obiettivo.
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Sono circa due anni che nella Regione non viene impugnato il Decreto sull’assistenza domiciliare per cambiarne i parametri. E ora le famiglie, abbandonate in casa con i loro ‘pazienti’, chiedono direttamente al Premier, Mario Draghi, di intervenire. Il grido di verità è infatti solo la conseguenza di un vecchio slogan: “I nostri malati non sono di Serie B”.
Assistenza domiciliare negata: i motivi della protesta sul Lungotevere
L’assistenza domiciliare, a partire dal Governo Conte e in concomitanza con la pandemia, ha subito dei tagli inqualificabili. Ciò che sta accadendo è il risultato dell’attuazione del Decreto del Commissario ad ACTA n. U00525 della Regione Lazio la cui sperimentazione si è conclusa nel 2020: quest’ultima prevede pacchetti sollievo di massimo 9 ore da attuare su tutte le assistenze domiciliari, “in barba” alle necessità di quei pazienti la cui gravità richiede la copertura di turni infermieristici h24.
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Sempre lo stesso Decreto prevede il taglio quantitativo (e qualitativo) dei materiali necessari alla gestione delle gravità cliniche dei pazienti in questione. Da mesi i familiari sono disperati: “Non siamo medici, i nostri familiari vogliono solo essere curati”. Il diritto alla salute, alla cura, all’assistenza sta venendo meno – da troppo tempo – e le persone sono stanche. La stessa Adi, più volte, ha ribadito che: “I nostri malati non sono di serie b e non sono meno gravi di chi rischia la terapia intensiva a seguito di Covid“. Oggi, arrabbiati e soli, tutti chiedono l’intervento urgente e diretto di Mario Draghi.