Dopo la vittoria agli Europei 2020, Roma è diventata un vero e proprio focolaio. Ad essere maggiormente copliti dalla variante delta, sono i non vaccinati e i ragazzi. Il tracciamento nella regione Lazio diventa sempre più complesso. I casi a Roma città si sono quintuplicati, e la situazione inizia a fare paura.
L’importanza del vaccino
“I casi sono ancora destinati ad aumentare per l’effetto del calo di tensione in occasione dei festeggiamenti per gli Europei, che durerà ancora alcuni giorni. I positivi sono perlopiù giovani ancora non vaccinati e questo significa, ancora una volta, quanto sia importante vaccinarsi e raggiungere l’immunità di gregge. La situazione è sotto controllo e nel Lazio i casi attualmente positivi complessivi sono la metà di altre grandi regioni, quindi nessun allarme e vaccinarsi. Ancora una volta ricadono sulle spalle del Ssr e dei suoi operatori, l’onere e gli effetti del calo di tensione” ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. Tuttavia, per quanto la situazione sembri essere sotto controllo, il tracciamento dei nuovi casi sta diventando un “vero e proprio inferno”.
La difficoltà nel tracciamento
“Tracciare è diventato un inferno, non solo le persone mentono spudoratamente, omettendo i loro spostamenti, ma s’infastidiscono anche, dicono che non è nostra competenza sapere cosa hanno fatto. Noi non siamo poliziotti, il nostro è un compito sanitario, in tempi di pandemia. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Non giochiamo col virus”, ha dichiarato Fabio Vivaldi, direttore del Sisp della Asl Roma 2. La Asl Roma 4 porta l’esempio di un gruppo di 10 ragazzi che hanno contratto il virus durante la finale Italia-Inghilterra, nelle seconde case a Santa Severa: “Erano tutte persone di Roma, con seconda casa a Santa Severa ma appena hanno saputo dei primi amici positivi nel gruppo sono scappati via.” Dalla ASL Roma 3 parla Stefania Iannazzo: “Soprattutto quando abbiamo a che fare con i minorenni è un problema. I genitori sono molto protettivi, ci raccontano di gruppi Whatsapp in cui i positivi vengono trattati come appestati.” A questo punto, D’Amato, non può far altro che invitare alla massima collaborazione e ricordare che “l’omertà è un reato” : “Chiediamo la massima collaborazione da parte di tutti i cittadini. Capisco la tentazione di voler evitare la quarantena, ma ci sono ancora decine di migliaia di persone più grandi che non si sono vaccinate, e sono loro i più a rischio. Ricordo che se una persona consapevole di essere positiva omette di dichiarare i suoi spostamenti compie un reato perseguibile penalmente – e ancora – Il fattore tempo è determinante, solo adesso, con una pressione ospedaliera bassa, possiamo ancora limitare il danno dell’aumento dei contagi, grazie all’attività di tracing e soprattutto alla vaccinazione, non si può e non si deve aspettare settembre per vaccinarsi, è un errore”.