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“Stalking non è più un’aggravante di femminicidio”, ma non è proprio così: ecco perché

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Nei giorni scorsi si è tornati a parlare del reato di stalking e di femminicidio. Questo perché la pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione in merito a un reato del 2016 ha dichiarato: “Lo stalking non è più un’aggravante in caso di femminicidio o omicidio”. Si è parlato di un passo indietro, anzi, di molti passi indietro per quanto riguarda i reati contro le donne, i femminicidi, ma le cose non stanno esattamente così. A parlarne e a fare chiarezza è stata Francesca Florio, Dottoressa magistrale in giurisprudenza, con la diffusione di un video sul suo profilo Instagram: “È stato semplicemente statuito che i due reati non concorrano.”

La spiegazione della Dottoressa

Francesca parte dalle basi, e spiega quale fosse il problema giurisprudenziale degli orientamenti in merito alle due norme: “In giurisprudenza c’erano due orientamenti contrastanti in merito all’interpretazione di due norme ben specifiche. Questo vuol dire che mentre alcune sentenze interpretavano la leggi in un modo altre le interpretavano in un altro modo.”, poi va nello specifico e spiega quali sono le due norme: “Nello specifico ci riferiamo a due delitti: il delitto di omicidio volontario aggravato dallo stalking, quindi ex articolo 576 numero 5.1, e il delitto di stalking.” La dottoressa, a questo punto, spiega dove sta il contrasto che ha portato a tante polemiche: “Il contrasto verteva su una questione molto semplice: questi due delitti concorrono e quindi devono essere applicati insieme, oppure l’omicidio aggravato dallo stalking è un reato complesso e quindi si applica solo l’omicidio aggravato dallo stalking? Questa questione è stata quindi rimessa alle Sezioni Unite che dovevano dare e hanno dato una linea direttrice per interpretare questo enorme da applicarle.” Pertanto tutto ruota attorno alla nozione di reato complesso, ma cosa è un reato complesso? “Un reato complesso è un reato che ha al suo interno come elementi costitutivi, oppure come circostanze aggravanti, cose che di per sé già costituiscono reato.” La Corte di Cassazione si è quindi espressa su questi punti: “La questione su cui si è espressa la Corte di Cassazione è questa: l’omicidio aggravato dallo stalking contiene al suo interno lo stalking, oppure il processo deve essere fatto per omicidio aggravato e per stalking?” A questo punto, Francesca, spiega perché non è vero che sono stati fatti dei passi indietro: “La Corte di Cassazione ha detto proprio il contrario: lo stalking è un aggravante dell’omicidio volontario. Questa decisione, oltre ad essere correttissima sotto un punto di vista giuridico, non rappresenta affatto un passo indietro nella lotta alla violenza contro le donne. Questo perché applicando l’articolo 576 e quindi considerando l’omicidio aggravato dallo stalking un reato complesso, si permette di punire il fatto con la pena dell’ergastolo, a fronte della media delle condanne per omicidio che è in media 12 anni.”

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