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BANDA DEGLI SLAVI, UNO DEI NASCONDIGLI ERA AD ARDEA

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Ancora le Salzare alla ribalta della cronaca, ovviamente nera, nazionale. Il tristemente noto complesso residenziale di Marina di Tor San Lorenzo “ospitava” infatti esponenti, e loro familiari, di uno dei clan slavi sgominati nel luglio scorso da un’operazione dei Carabinieri di Roma, che portò all’arresto di 26 persone per traffico internazionale di stupefacenti, falso, riciclaggio di auto di lusso e truffa ai danni dello Stato. Ieri le Forze dell’Ordine sono riuscite ad effettuare l’arresto dell’ultimo componente ed a recuperare il “tesoro” della banda, custodito in tre cassette di sicurezza della banca NLB di Tuzla, in Bosnia Erzegovina: 653mila euro, 24 mila dollari americani e 8 mila yen giapponesi, centinaia di monete e preziosi in oro per un peso complessivo di circa tre chili, per un valore di milioni di euro, per il quale la Magistratura italiana ha emesso un decreto di sequestro preventivo del contenuto. La banda, che operava soprattutto nella Capitale, anche se aveva una base pure ad Ardea, sin dagli anni ’70 obbligava cittadini italiani a riconoscere la paternità dei loro figli, per farli risultare italiani e permettere alle madri di richiedere i permessi di soggiorno per i ricongiungimenti familiari. Il meccanismo per ottenere i permessi di soggiorno prevedeva anche la costituzione di imprese e società fittizie, finalizzate alla dimostrazione di un’attività lavorativa ed un reddito in Italia, mentre attraverso falsi documenti d’identità e falsi certificati, riuscivano persino ad ottenere il certificato di nascita nello Stato Italiano e quindi il rilascio di carte d’identità valide per l’espatrio, patenti e codici fiscali italiani.\nL’ultimo arresto dei Militari dell’Arma è stato effettuato ieri proprio nel complesso delle Salzare.

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