Sembra essersi risolto il caso degli SMS inviati dalla Regione Lazio venerdì notte per anticipare la seconda dose di AstraZeneca. Gli utenti hanno infatti ricevuto un messaggio in cui veniva data la possibilità di anticipare a 56 giorni il richiamo e per aderire bastava rispondere con un codice riportato all’interno del testo.
Facile a dirsi, impossibile o quasi, a farsi. Sì perché il sistema – e non è la prima volta – è andato letteralmente in tilt. Moltissimi utenti non sono riusciti infatti in alcun modo a rispondere all’SMS. A metà giornata, non a caso, la Regione ha diramato una nota indicando l’estensione del tempo di risposta al messaggio dalle 24 ore inizialmente previste alle 48 ore. Poi, in serata, la svolta: un nuovo SMS con nuove modalità per confermare l’appuntamento.
Anticipazione seconda dose AstraZeneca nel Lazio: nuovo SMS della Regione, ecco come confermare l’appuntamento
“Egregio *** se desidera anticipare l’appuntamento per la seconda somministrazione di AstraZeneca ed ha avuto problemi nel rispondere al precedente SMS, può completare l’operazione cliccando al seguente link. Ci scusiamo per il disagio”. A quel punto, facendo tap sull’indirizzo web, l’utente viene re-indirizzato al portale della Regione e un messaggio conferma l buon esito della procedura.
La seconda dose con AstraZeneca
Ricordiamo che attualmente il siero AstraZeneca per il richiamo è consentito agli Under 60 solo dietro consenso informato. Il Ministero della Salute ha predisposto infatti per tale fascia d’età il mix con Moderna o Pfizer per completare il percorso vaccinale. Pertanto resta questa la strada, e solo dietro rifiuto del cittadino di realizzare il “cambio” di vaccino verrà somministrato il siero anglo svedese.
La decisione invece di anticipare la seconda dose di AstraZeneca, che è era comunque facoltativa, è una delle strategie messe in campo per contrastare la variante Delta. Dubbi tuttavia, come scritto ieri, restano sull’operato della Regione Lazio che ha inviato i messaggio di venerdì sera dando inizialmente appena 24 ore per rispondere, quando peraltro i medici di base non sono disponibili nel weekend.