Massimo Giuseppe Bossetti è recluso in carcere da sette anni, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Per chi non ricordasse il tremendo caso di cronaca nera, Yara scomparve – a soli 13 anni – il 26 novembre 2010 da Brembate Sopra, per poi essere trovata morta il 26 febbraio del 2011. Artefice della sua morte, per tutti e tre i gradi di giudizio, è il muratore di Mapello Massimo Bossetti: lui, però, continua a ribadire la sua innocenza.
Leggi anche: Piera Maggio diffida Quarto Grado: ‘Non trattate più il caso di Denise’. Ecco cos’è successo
Da tempo, Massimo Giuseppe Bossetti, chiede che vengano svolti nuovi esami sulle tracce biologhe rinvenute sui vestiti di Yara. La Corte d’Assise di Bergamo, però, di recente ha negato l’accesso ai reperti. Negli ultimi giorni, in alcuni programmi televisivi, è stato ‘riaperto’ il caso o meglio l’avocato di Bossetti, Claudio Salvagni, ha affermato: “Non ci arrendiamo, abbiamo già presentato un ulteriore ricorso in Cassazione, visto che nelle tre precedenti occasioni, la Suprema Corte ci ha dato sempre ragione”.
Bossetti: ‘Yara non ha avuto giustizia, sono innocente’
Per il legale di Bossetti è evidente che non si voglia riaprire il caso di Yara, tuttavia la richiesta di una perizia specifica sulla verifica del Dna dovrebbe essere accolta, non rigettata. Sempre Salvagni, di recente, ha rivelato di aver incontrato Massimo Bossetti in carcere e di averlo trovato ancora molto scosso, tanto che lui gli avrebbe rilevato: “Sono disperato, non so più cosa devo fare. Avvocati continuate a lottare, ho fiducia in voi e non smetterò mai di lottare perché sono innocente. Lo faccio per me, per i miei figli e perché so che Yara non ha avuto giustizia”.
L’avvocato Salvagni quindi continua a battersi perché, a parer loro, c’è un uomo condannato all’ergastolo “senza che sia mai stata verificata al 100% quella prova di condanna”.