Da giorni non si fa altro che parlare del ‘caso AstraZeneca’ e della variante Delta, meglio conosciuta come mutazione indiana, che sta mettendo di nuovo in ginocchio il Regno Unito. La situazione in Italia sembra essere sotto controllo, ma il Governo e gli esperti chiedono massima cautela per arginare la diffusione di eventuali focolai e scongiurare condizioni rischiose che potrebbero far indietreggiare, proprio ora che tutto il Paese vira verso la zona bianca. E anche il Lazio, dove per il momento non sono stati individuati casi di questo tipo, si sta preparando perché è probabile che la variante Delta arrivi, un po’ come è successo con tutte le altre, da quella brasiliana all’inglese.
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“La variante Delta arriverà anche nel Lazio, se è stata scovata in Lombardia prima o poi ce la ritroveremo anche qui. Ecco perché abbiamo deciso di triplicare i campioni da sequenziare, per tracciare le mutazioni” – ha dichiarato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, al Messaggero. “Prima le Asl spedivano in laboratorio circa il 4% dei tamponi, ora superiamo il 10%, il doppio della media Ue. Oltre all’attività di tracing, per contrastare i nuovi ceppi del Covid – conclude – è fondamentale che tutti completino il ciclo vaccinale”.
L’assessore D’Amato ha poi fatto riferimento al caos che si sta creando attorno al vaccino AstraZeneca, con l’ipotesi nel Lazio di somministrare – a chi vuole – la seconda dose AstraZeneca, anche se ha meno di 60 anni. “C’è una discrepanza – ha spiegato il responsabile alla Sanità – tra la circolare del Ministero della Salute, in cui si dice che agli under 60 si “deve” somministrare come richiamo un vaccino a Mrna come Pfizer o Moderna, e la determina dell’Aifa che invece dice che si “possono” inoculare questi vaccini. Abbiamo chiesto al governo di chiarire, senza polemiche, perché nessuno sia lasciato indietro. Noi pensiamo che in questi casi debba decidere chi cura, cioè il medico. Ora aspettiamo la risposta del Ministero. Anche per Johnson & Johnson”.
Quello che però pare certo, tra dubbi e polemiche, è che nel Lazio la campagna di vaccinazione procede spedita, al punto che dal 21 giugno si partirà con le somministrazioni anche dai pediatri, con “18 dosi a settimana per ambulatorio“.